Arezzo, Andrea Scanzi parcheggia la sua Bmw occupando due posti per disabili
E’ un limpido venerdì mattina in quel di Arezzo, cielo terso e aria frizzante tipicamente autunnale. In via Montefalco, zona commerciale alle porte del centro storico, spunta un signore alla guida di una bella Bmw. Accosta di fronte al civico 50 e parcheggia comodamente occupando due posti auto riservati a persone disabili. Un gesto sbagliato e illecito, punibile con una multa e con la decurtazione di punti dalla patente se compiuto da chi non ne ha diritto, ovvero da chi non è munito dell’apposito contrassegno concesso dal Comune alle persone invalide. La foto che vi mostriamo, gentilmente inviata a questo giornale, documenta l’episodio appena descritto e risalente al 16 ottobre scorso.
L’auto è di Andrea Scanzi
Ma chi era il signore alla guida della Bmw che ha parcheggiato occupando due spazi riservati ai disabili? Un turista straniero che sbadatamente, quanto in ogni caso colpevolmente, non si è accorto di aver commesso un illecito? Per appurarlo abbiamo richiesto una visura all’Aci, che gestisce il Pubblico Registro Automobilistico (Pra), sulla base dell’indicazione del numero di targa della bella Bmw. Abbiamo appreso così che il veicolo in questione non è intestato a uno sbadato turista, bensì a un noto giornalista toscano, nato ad Arezzo e tuttora residente ad Arezzo. Già, parliamo proprio di lui, “Sua Umiltà” Andrea Scanzi. La “rockstar del giornalismo italiano”, la graffiante penna del Fatto Quotidiano, l’irreprensibile guru dell’autoelogio. Anzi, per dirla proprio con Scanzi (allitterazione voluta), bando alla modestia: “Il giornalista più ‘potente’ sui social”, colui che “senza girarci troppo attorno, in Italia” è “al quinto (!) posto assoluto tra gli italiani più potenti e influenti sui social”.
“Sua Umiltà” si scuserà?
Perbacco, possibile che un uomo così potente abbia compiuto un gesto così villano? Pare proprio di sì e quindi ci aspettiamo le sue umilissime scuse. D’altronde c’è sempre una prima volta per cospargersi il capo di cenere e ammettere di aver sbagliato. Non parliamo oltretutto di un tremendo crimine, semplicemente però non ci saremmo aspettati un tale comportamento proprio da lui e siamo sicuri che sia pronto ad ammettere l’errore. A meno che “Sua Riservatezza” non ci spieghi che in realtà è in possesso del contrassegno per persone disabili e che lo aveva esposto, in originale, nella parte anteriore dell’auto per far sì che fosse chiaramente visibile. In tal caso chiediamo noi venia, evidentemente anche le nostre fonti che sostengono di averlo visto scendere baldanzoso dalla bella Bmw hanno preso un ciclopico abbaglio e in realtà Scanzi si stava recando in uno studio medico. In quella via aretina ce ne sono molti, anche di specialisti in ortopedia e traumatologia. Un habitué di via Montefalco dovrebbe tra l’altro saperlo bene, evitando a maggior ragione di occupare posti riservati a persone che ne hanno effettivamente bisogno.
Alessandro Della Guglia