“Sono in casa in più di 6”. C’è già il primo delatore, ma la segnalazione è falsa
Alla fine quanto suggerito, e poi smentito, dal ministro della Salute, Roberto Speranza, è accaduto per davvero.
A Vinovo, comune alle porte di Torino, ecco che è entrato in azione il primo delatore anti-coronavirus.
La vicenda, raccontata da La Stampa, si è verificata nella serata di venerdì quando alla caserma dei carabinieri è arrivata una telefonata allarmata: un uomo segnalava lo svolgimento di una festa nell’appartamento accanto al suo. O almeno questo deve aver pensato lo spione. Perché di certo se quella non era una festa poco ci mancava visto il gioioso casino che si avvertiva tra quelle mura domestiche. Troppe le voci, troppi i passi, troppe le risate per che si innalzavano al cielo.
Del resto meglio prevenire che curare, come si suol dire: meglio, cioè un controllo delle forze dell’ordine in un luogo privato che trovarsi un focolaio di Covid a pochi passi dalla porta di casa. “Venite, il mio vicino ha più di 6 persone in casa”, è in sostanza l’allarme lanciato dallo zelante cittadino, chissà se preoccupato dal Covid o infastidito dalla felicità altrui. Poco importa. Il cittadino non ci ha pensato due volte ed ha agito entrando, così, nella storia come il primo delatore delle feste in famiglia nei giorni della seconda ondata da Covid-19 in Italia.
Quando, però, i carabinieri hanno bussato al campanello della casa nel mirino, ecco la sorpresa: i militari hanno riscontrato la presenza di sole 6 persone, dotate peraltro di mascherina. Un falso allarme, quindi. Nessun pericoloso assembramento, nessuna maxi-riunione di negazionisti senza dispositivo di protezione individuale che si abbracciavano e sedevano vicini incuranti delle norme anti-contagio, nessun tentativo eversivo di violare Dpcm vari a suon di birra e noccioline.
Un buco nell’acqua. Ma la vicenda solleva questioni delicate. Nei giorni scorsi, dopo il divampare delle polemiche sui controlli in ambienti privati, il premier Giuseppe Conte aveva provato a gettare acqua sul fuoco garantendo che nessun uomo in divisa sarebbe entrato in casa nostra a fare la conta dei presenti. Ed invece è accaduto. Il caso di Vinovo, quindi, apre scenari impensabili e poco graditi dai cittadini. Ma non solo. Perché ora sorge un altro dubbio. E se dietro alle possibili future denunce si nascondesse un tentativo di usare l’espediente della delazione per vendicarsi di vicini poco graditi?
Intanto c’è da scommetterci che i rapporti tra il “delatore zero” e i vicini segnalati non sarà più lo stesso. Ma se si vince la puntata occhio a come si festeggia perché ci potrebbe essere qualcuno che vi vede, vi ascolta e vi segnala.
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