Altro che โ€œlanciafiammeโ€ di De Luca: in Campania ospedali al collasso

Riconfermato governatore della Campania, Vincenzo De Luca non ha perso tempo ed รจ immediatamente tornato ai suoi modi intransigenti (ed in un cerso senso anche stravaganti) per gestire lโ€™emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Covid-19.

Eppure, nonostante i toni allarmistici e la famosa minaccia (ovviamente non seria) di inviare i carabinieri col lanciafiamme per disperdere gli assembramenti, la regione da lui amministrata non si trova affatto in buone condizioni, anzi. Ad oggi la Campania รจ una delle zone italiane col maggior numero di contagi: soltanto ieri, giovedรฌ 8 ottobre, sono infatti stati registrati ben 757 casi di positivitร .Offerta della Lombardia: โ€œI malati della Campania nellโ€™ospedale in Fieraโ€

Insomma, i metodi di De Luca non sembrano funzionare tanto bene. A preoccupare non รจ soltanto lโ€™impennata di contagi nella Regione, ma anche lo stato in cui vertono gli ospedali. Grazie ad un servizio della trasmissione โ€œPiazzapulitaโ€ andato in onda ieri รจ stato possibile per tutti vedere in quali condizioni il personale sanitario si trova costretto ad operare in Campania.

https://www.la7.it/embedded/la7?&tid=player&content=343728&title=/piazzapulita/video/viaggio-negli-ospedali-napoletani-08-10-2020-343728

I pronto soccorso sono in pieno caos. Al momento pare che lโ€™ospedale San Giovanni Bosco di Napoli sia chiuso proprio a causa del sospetto che allโ€™interno della struttura si trovino dei pazienti affetti da Coronavirus (si parla di 4 sospetti positivi).โ€Ogni giorno si chiude per presunto Covidโ€, ammette un operatore sanitario. Del resto i percorsi per pazienti generici e pazienti con Coronavirus o sospetta positivitร  non sono neppure separati. I cittadini accedono al pronto soccorso e solo successivamente vengono suddivisi. Si fa un test stick che โ€œha unโ€™attendibilitร  pari a zeroโ€. Il personale non puรฒ fare diversamente: โ€œรˆ lโ€™unico strumento che ci dannoโ€, afferma un operatore.

Al Cardarelli di Napoli le file per accedere al pronto soccorso sono spaventose, con persone arrivate ad attendere ore per poter raggiungere i propri cari ricoverari allโ€™interno (gli ingressi, infatti, sono ridotti al minimo). โ€œMa รจ normale che davanti ad un ospedale ci sia un assembramento cosรฌ?โ€, domanda ad un certo punto lโ€™inviata di โ€œPiazzapulitaโ€. โ€œMi scusi, e come dovremmo fare?โ€, risponde con amarezza unโ€™operatrice sanitaria.

โ€œI pazienti passano troppo velocemente dal pronto soccorso nei nostri repartiโ€, spiega poi un infermiere (anonimo) alla giornalista. โ€œDovrebbero tenerli fermi lรฌ fino a che non cโ€™รจ lโ€™esito del tampone. Noi ci troviamo costretti a fare i tamponi nei repartiโ€. Nel caso in cui uno dei pazienti venga trovato positivo,โ€viene sanificata solo la stanza e si va avantiโ€. โ€œIn parecchi reparti ci sono ancora i bagni comuniโ€, spiega ancora. โ€œIl bagno andrebbe sanificato, ma non รจ possibile farlo ogni volta che viene utilizzato da โ€˜quelโ€™ paziente. Parecchi nostri colleghi, come pure medici, sono diventati malati Covid. Noi lavoratori siamo continuamente sottoposti a stress per la paura di portare questa malattia a casa, per la paura di portare questa malattia ad altri pazientiโ€.

Il risultato di quanto sta accadendo in queste ore nei principali ospedali della Campania genera ovviamente malcontento e confusione. Molti cittadini sono infuriati. Anche per fare un semplice tampone naso-faringeo ci vogliono ore ed ore di attesa. In una giornata possono esserci anche piรน di 800 persone in coda per sottoporsi al test.โ€Siamo in pandemia, hanno avuto 9 mesi per prepararsi!โ€, protesta una donna. โ€œSiamo ad ottobre e non sono ancora in grado di fare i tamponi a tutti quanti!โ€.

Sulla situazione della Campania, ma anche del Lazio, รจ intervenuto lโ€™attuale consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi, intervistato da โ€œSky Tg24โ€œ. โ€œGli ospedali si stanno di nuovo riempiendo. Le strutture Covid in questo momento in Campania e nel Lazio sono quasi piene. Mi preoccupano non tanto le terapie intensive di cui si parla, ma le sub-intensive dove ci sono pazienti infettivi che devono essere curati in un certo modo. E i posti si stanno giร  saturando adesso figuriamoci quando arriverร  lโ€™influenzaโ€, ha dichiarato il professore. โ€œNon siamo al collasso, ma in una situazione di grandissima pressione. Quando si abbasseranno le temperature e arriveranno i virus influenzali, ci saranno problemi perchรฉ dovremmo stare allโ€™interno e le famiglie si contagerannoโ€.

il giornale.it

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