Semaforo, adesso cambia tutto: così si rischiano più multe
Il semaforo giallo adesso avrà una durata di soli tre secondi. Questa è una delle novità previste nel nuovo codice della strada, in discussione nella Commissione Trasporti della Camera.
Novità che però sembra non piacere molto. Secondo l’Aci, Automobile club d’Italia, “non c’è una durata standard. A 50 chilometri all’ora, servono 26 metri per frenare”.
L’analisi
L’ingegnere Enrico Pagliari, dirigente dell’area tecnica Aci, come riportato da La Nazione, ha curato una simulazione sullo spazio di arresto, che somma il tempo di reazione e la frenata. Ecco le diversità a seconda della velocità: a 30 all’ora, servono 13 metri se la strada è asciutta, ne vanno aggiunti altri 8 se piove. A 50 chilometri orari, servono almeno 26 metri, con l’aggiunta di 14 in caso di pioggia. A quella velocità, in un secondo si percorrono circa 14 metri. Se si passa con il rosso e i punti decurticati dalla patente sono 6, nel caso il conducente sia un neopatentato salgono a dodici. Una felicità per le autoscuole.
Pagliari ha spiegato che “la durata del giallo non deve essere regolamentata dal codice della strada. Non ci può essere una soluzione unica, è matematico. Il giallo deve durare il tempo necessario affinché io liberi l’incrocio. Quindi viene calcolato dalla distanza della manovra più lunga diviso la velocità di quell’intersezione”. La richiesta ultima dell’Aci è che il codice della strada venga semplificato, andandosi a concentrare solo sui comportamenti e sulle sanzioni.Il “nuovo” codice della strada? Attenzione alla revisione auto
La durata del semaforo giallo
Il comandante dei vigili Giovanni Colloredo ha spiegato che da loro, a Cesena, il semaforo giallo ha una durata di quattro secondi. Ha poi aggiunto che tutto dovrebbe essere adeguato alla velocità. Si dovrebbe anche tenere conto dell’impianto semaforico. Se il semaforo giallo ha una durata di 3 secondi su una statale a tre corsie dove si toccano i 70, devono essere pensati bene i tempi di arresto.
Anche Giordano Biserni dell’Asaps, l’associazione amici della polizia stradale, non sembra essere molto d’accordo con la novità. “Certamente bruciare il rosso è un’infrazione pericolosa, va perseguita. Ma il rischio di frenata improvvisa e quindi di tamponamenti con 3 secondi c’è, eccome. Questo dev’essere valutato. Per noi 4 secondi sarebbero l’ideale” ha sottolineato Biserni. E comunque, ha poi aggiunto, prima di installare delle telecamere di sicurezza si deve verificare se vi sia un reale rischio, “è un incrocio con molti incidenti? E dopo, i sinistri sono diminuiti? Se, come accade, sanzioni un’auto perché si è fermata oltre la riga d’arresto, in maniera sistematica… Lì si va più sulla china della cassa, non della sicurezza”.
Ci vogliono regole chiare
Dello stesso parere anche l’ufficio studi dell’Unione nazionale consumatori. Mauro Antonelli ha infatti asserito che solitamente viene considerato che il tempo di reazione medio di un automobilista prima di mettere il piede sul freno sia di un secondo. “Se un automobilista viaggia a 50 chilometri orari, prima percorre quindi almeno 14 metri. A questo punto restano due secondi per fermarsi, un tempo assolutamente limitato. Uno studio del Cnr sul quale ci siamo basati, contestato dalla Cassazione, dimostra come siano indispensabili 4 secondi minimo. Almeno 5 nel caso dei semavelox di Milano”, ha aggiunto Antonelli. Importante la prima foto che deve dimostrare che con il semaforo rosso tutte le ruote della vettura non hanno oltrepassato la linea. Il passaggio si vede nella seconda immagine. A Milano però, per alcuni semavelox, come vengono chiamati gli autovelox ai semafori, la sanzione scatta anche senza queste condizioni.
Anche l’Unione consumatori ha richiesto alcune modifiche al codice della strada. Le regole devono essere chiare, altrimenti i giudici di pace potranno decidere a loro piacimento. “La multa dev’essere nulla se la foto non riprende la macchina con le 4 ruote prima della linea d’arresto. Però non si trova scritto così. Mi contesti di essere passato con il rosso? Perfetto, però me lo devi provare con certezza” ha proseguito Antonelli. Che ha poi spiegato come in uno studio sia stato dimostrato che “i verbali sono elevati per fare cassa. La maggior parte nelle Ztl e in sosta vietata. Ma se mi fermo dove non potrei, è perché non ci sono abbastanza posti auto, non è rispettato l’articolo 7 del codice della strada. I proventi dei parcheggi devono essere destinati alla costruzione di nuovi impianti, così dovrebbe essere. Invece potenziano gli ausiliari della sosta, e questa è una vergogna” ha concluso.
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