“Chiudiamo il Canale di Sicilia” Il sindaco 5S inguaia il governo
Non è stata un’estate semplice per Porto Empedocle, divenuta una sorta di “frontiera dimenticata” dove la crisi relativa agli sbarchi dei migranti è stata sì molto avvertita ma non affrontata con la giusta attenzione.
Almeno secondo il sindaco Ida Carmina, la quale a La Verità ha sfogato tutta la sua rabbia per una situazione sfuggita di mano soprattutto nelle ultime ore.
Più di mille arrivi in poche ore
Tra sabato e lunedì sera sono arrivati nel porto di Porto Empedocle più di mille migranti, 750 soltanto dalla nave Rhapsody, una di quelle usate per la quarantena delle persone sbarcate nel nostro territorio: “Ci hanno sempre detto che qui non potevano entrare le navi da crociera perché il fondale era troppo basso – si legge nelle dichiarazioni rilasciate da Ida Carmina – Però adesso fanno entrare le navi da crociera cariche di immigrati”.“Scaricati” in porto da nave quarantena, 500 migranti vagano per Agrigento
Una delusione, quella del primo cittadino, che è relativa anche alla gestione degli sbarchi nel suo comune decisa dall’alto. Lei, eletta nel 2016 con il Movimento Cinque Stelle e ancora oggi ferma esponente del grillismo in provincia di Agrigento, è rimasta sorpresa soprattutto dalla decisione di adibire nuovamente la tensostruttura costruita vicino il porto come centro di accoglienza temporaneo. Lunedì in piena notte, quando ha saputo dell’arrivo di altri migranti a Porto Empedocle, Ida Carmina è andata di persona al porto apprendendo con sorpresa della riapertura della tensostruttura. È la stessa da cui a fine luglio sono scappati 500 migranti, la stessa dove è quasi impossibile tenere tante persone al suo interno specialmente se, in un periodo come quello attuale, occorre far rispettare il distanziamento sociale.
Eppure in quel tendone sono stati fatti accomodare, si fa per dire, decine di migranti: “Hanno fatto scendere 500 migranti con il foglio di via, cioè 500 migranti consegnati alla clandestinità in un paese che ha appena 15.000 abitanti – ha proseguito Ida Carmina nella sua intervista a La Verità – Siamo il porto più piccolo di quelli di rilevanza nazionale. Ma perché li fanno scendere qui e non a Palermo?” Una domanda girata direttamente al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, a cui il primo cittadino si è rivolto per comprendere il motivo di questa decisione.
“Occorre controllare il canale di Sicilia”
Dalle parole di Ida Carmina ad emergere è anche un altro sentimento, quello dell’abbandono. Nella sua cittadina per almeno due giorni hanno circolato centinaia di migranti, i quali hanno bivaccato non avendo altro da fare in attesa di prendere un autobus che li portasse fuori. Ad Agrigento in primis e, da qui, verso il nord Italia. Il risultato? Lo ha spiegato per l’appunto il sindaco: “I nostri ragazzi, sull’autobus per andare a scuola, si sono dovuti contendere il posto con gli immigrati. Poi i genitori vengono da me a protestare”.
Porto Empedocle dunque nulla ha avuto in questi giorni di diverso rispetto ad altri luoghi di approdo, come ad esempio Lampedusa. Non solo in queste ore per la verità, ma da un’intera stagione. È qui che è stata fatta attraccare la Moby Zazà, la prima nave per la quarantena diventata a un certo punto zona rossa perché con a bordo almeno 30 positivi al coronavirus sbarcati dalla Sea Watch 3. In quei giorni gli operatori turistici della zona hanno dovuto annotare altre disdette, altre cancellazioni delle prenotazioni, altri danni economici in un momento delicato per via del recente lockdown.
Ida Carmina in tal senso si è sentita lasciata sola, in primis dal governo. E dopo aver parlato di blocco navale nei giorni scorsi, oggi ha rilanciato la questione dei maggiori controlli da effettuare in mare: “Sicuramente servirebbe il controllo del canale di Sicilia – ha dichiarato il sindaco – Oppure dovremmo sospendere subito il trattato di Dublino. Lasciar andare i migranti li lasciamo andare dove vogliono, che vadano pure in altri Stati Così anche l’Ue dovrà svegliarsi”.
Tutti quei migranti con il foglio di via
L’esperienza di Porto Empedocle e le denunce del sindaco grillino hanno messo in evidenza anche un altro aspetto: il malfunzionamento del sistema delle navi dell’accoglienza.Le navi “bomba” dei migranti: focolai innescati dal governo
Il numero dei migranti sbarcati è superiore a quello della capienza dei mezzi usati dal governo, per cui poi le stesse navi devono essere periodicamente rese libere per dare spazio ad altri. E così in centinaia, come successo a Porto Empedocle, vengono fatti scendere con il foglio di via in tasca. Cosa succede dopo è un mistero: in tanti vagano, provano a risalire lo stivale per raggiungere parenti o amici altrove oppure magari tentano di attraversare i confini. Non si sa. Quel che è certo, è che centinaia di persone sfuggono al controllo, non proprio un elemento rassicurante in tempi di pandemia.
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