Colleferro, i genitori di Willy contro le strumentalizzazioni della sinistra: “Non è vittima di razzismo”
Squarcia tutte le mistificazioni buoniste la dichiarazione resa ieri dalla famiglia di Willy Monteiro, il ragazzo di origini capoverdiane assassinato brutalmente durante una rissa avvenuta a Colleferro. Stanchi delle strumentalizzazioni dei progressisti, che si sono servite del cadavere di Willy per speculare contro l’insorgere di un fantomatico «pericolo razzista», i famigliari di Willy hanno deciso di non voler avvallare oltre questa cannibalizzazione sulla pelle già straziata del figlio defunto.
E lo hanno fatto affidando il loro pensiero a un post su Facebook: «Carissimi, si stanno svolgendo molte iniziative lodevoli nei confronti del nostro amato Willy. Dediche, murales, eventi, manifestazioni, poesie. Vi ringraziamo veramente tanto per l’impegno mostrato nell’unire le forze di tutti contro la violenza e l’ingiustizia», scrivono. «Noi della famiglia vorremmo che queste manifestazioni non siano uno strumento politico per parlare di razzismo, fascismo o partiti vari. Per quanto condanniamo e reputiamo profondamente sbagliati sentimenti come il razzismo, Willy è stato vittima di crudeltà e ferocia ingiustificata, che non aveva colore né razza». Roba da far sbiancare i vari Berizzi, Gad Lerner, Mentana, i vari politici dem e chi, come la Ferragni, si è affrettato a puntare il dito contro la «cultura fascista» che a loro detta starebbe tenendo in ostaggio in Italia e avrebbe causato la morte del giovane Willy.
Per i genitori del ragazzo «Nessuno deve più morire così! Noi vorremmo che Willy sia un messaggio di Amore, di Altruismo e di Coraggio, perché è questo che lui era. Per questo vi chiediamo che i termini di questi importanti eventi e dei vostri interventi siano di non violenza, di pace e soprattutto di uguaglianza. Ci dissociamo da qualsiasi evento ed iniziativa che strumentalizzi la memoria del nostro caro».
Chissà se ora fischieranno le orecchie a giornalisti, politici, personaggi dello spettacolo che si erano scapicollati ad incolpare Salvini e Meloni per il «clima di odio». Chissà se avranno il pelo sullo stomaco di farsi un esame di coscienza riguardo la loro malafede. Ma la verità è che Willy è già stato scordato da chi ululava al razzismo: come le iene, che divorano i cadaveri in fretta, sul posto, e poi si rimettono in cerca di altre carcasse da fare a brani, così questa gente ha già fagocitato e dimenticato Willy: semplicemente, ora sono in attesa del prossimo caso di cronaca da spolpare.
Cristina Gauri