Meloni: «La scuola nel caos più totale. Come fa la Azzolina a sentirsi in pace con la coscienza?»
«Da stamattina stiamo ricevendo decine e decine di segnalazioni da famiglie, docenti e studenti su quello che non funziona nella scuola: istituti che non hanno riaperto, banchi e mascherine che mancano, insegnanti e bidelli insufficienti, confusione sui protocolli da seguire in caso di contagio». Lo dice all’Adnkronos Giorgia Meloni, che lancia un nuovo affondo nei confronti del governo Conte e del ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: «È il caos, che solo il governo e il ministro Azzolina fanno finta di non vedere». «Non so come faccia a sentirsi in pace con la coscienza», avverte la leader di FdI.
Meloni e il caso del bimbo Down
In un post su Fb la leader di FdI parla anche del bimbo Down che ha dovuto rinunciare al suo primo giorno di scuola in prima elementare. «Non c’è l’insegnante di sostegno. Per settimane aveva fatto le prove davanti allo specchio, col grembiule e lo zainetto, perché non vedeva l’ora di tornare sui banchi ma non glielo hanno permesso. Stamattina ho telefonato alla madre per esprimerle la mia vicinanza e mi ha raccontato tutta la sua rabbia e il sentimento di abbandono che ha provato. È una storia che lascia senza fiato perché i bambini e i ragazzi più fragili sono quelli che durante il lockdown hanno pagato il prezzo più alto e ora rischiano di essere penalizzati ancora una volta».
Meloni e il caos scuola
La situazione è drammatica. Da Torino ad Agrigento, in tutta Italia mancano gel e mascherine. Mancano i docenti, in particolare quelli di sostegno. I bimbi disabili sono costretti a restare a casa. Mancano banchi, professori, personale Ata, i presidi sono finiti un girone infernale. Tanti gli insegnanti alle prese con il dramma delle graduatorie. Ad Amatrice, l’unica scuola è chiusa. E i bambini sono rimasti a casa. Il motivo è sempre lo stesso: mancano i docenti. A Milano, per esempio, con l’inizio dell’anno scolastico, sono oltre 5mila i posti di ruolo vacanti. Altra città. In diverse scuole di Firenze manca ancora personale Ata.
Firmare l’autocertificazione
Ma c’è di più. Come osservano i deputati di FdI Paola Frassinetti ed Ella Bucalo «i genitori sono rimasti sorpresi. Si sono trovati obbligati a sottoscrivere una autocertificazione. Dove, oltre a dichiarare le condizioni sanitarie del figlio e altre situazioni sulla prevenzione del contagio, hanno dovuto dichiarare che il bambino o il ragazzo non sono entrati in contatto con persone affette da Covid 19. È davvero un’estensione di responsabilità inaccettabile. Dal momento che non è possibile sapere se il figlio ha avuto contatti con persone affette da Covid se le stesse non lo hanno dichiarato». Per il vicepresidente della commissione Cultura ed Istruzione della Camera e la responsabile scuola FdI si tratta di «un altro onere gravoso e immeritato per le famiglie con figli a scuola. Famiglie già vessate da mesi in cui hanno spesso dovuto sostituirsi alla struttura scolastica per seguire i loro figli».