Willy, Enrico Montesano smonta la sinistra: «Non strumentalizzate, quelli sono violenti e basta»
In questo ultimo periodo la società italiana si è “calcistizzata”, è diventata una tifoseria da curva. Vive tutto in maniera viscerale in un clima da derby per qualunque cosa. E strumentalizza anche un triste, miserrimo caso di cronaca dove non c’entra la politica. Un violento è un violento a prescindere». È l’analisi di Enrico Montesano, che commenta così con l’Adnkronos i tragici fatti legati all’omicidio del giovane Willy Monteiro a Colleferro, e le polemiche che stanno infiammando la cronaca.
Enrico Montesano: su Willy non bisogna strumentalizzare
«Qualche tempo fa è stato ucciso un italiano e i suoi carnefici non erano italiani né palestrati. Ma allora non c’è stata strumentalizzazione», dice Enrico Montesano. «Per me sono dei violenti, punto. È una questione non politica ma sociologica, non farei derby Roma-Lazio anche su questo». La questione su cui concentrarsi, secondo il celebre attore romano, è invece «il retroterra culturale di questi ragazzi, sia di quelli che hanno assistito impauriti sia dei picchiatori. Vorrei sapere, qual è. Sono persone che di abitudine usano la violenza, alla quale io preferisco la forza delle idee».
«Com’è la loro scuola, in che quartiere vivono?»
«Come è la loro scuola, il loro quartiere, che cosa vedono, quali sono i riferimenti culturali? È la società, è l’ambiente che crea le persone», argomenta Enrico Montesano. Che fa poi un’ironica ma amara osservazione. «Nel quartiere mio il padre dava due colpi di cinta ai figli che non rigavano dritto, cioè una volta tuo padre te menava. Ma non perché fosse violento, diciamo che usava un sistema energico. Io ai miei figli non li ho mai toccati, ma mi chiedo questi ragazzi che esempio abbiano avuto. Perché qui non c’entra il colore della pelle, chi è violento è violento con tutti. È capitato in mezzo un povero ragazzo innocente, e ci ha rimesso lui», conclude l’attore.