Immigrazione, la “zona franca” offerta dalla Spagna alle Ong: tutto gratis in cambio del “no” agli sbarchi

Le quattro navi umanitarie Alan Kurdi, Open Arms, Sea Wacht 4 e Louise Michel hanno scelto come base operativa la Spagna: una cittadina a 60 chilometri di Valencia (Burriana) che è diventata il porto delle ong. Alle navi è stato concesso permesso speciale: possono attraccare senza pagare le commissioni. Non senza polemiche: “Non rispettano i protocolli di sicurezza, attracco e consumo. I membri degli equipaggi non indossano le mascherine, non mantengono le distanze di sicurezza, accumulano immondizia sul molo e consumano acqua ed elettricità”.

Sono legalmente collegati a un punto di raccolta dell’acqua, per il quale dovrebbero pagare la spesa e il più delle volte si agganciano anche alla luce del porto senza pagare. Tutto gratis. Da qui poi organizzano le missioni che portano i migranti a sbarcare sulle nostre coste. Altro problema che lamentano i portuali spagnoli è che essendo barche di grandi dimensioni necessitano di competenze professionali specifiche per le manovre. Non sempre però, durante lo svernamento, hanno il loro equipaggio professionale fisso a bordo che spesso viene sostituito da personale volontario privo di formazione. Con il rischio, scrive il Giornale, che in caso di incendio o forte tempesta non ci sarebbe nessuno in grado di spostarle o fissarle agli ormeggi.

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