Coronavirus, Verbali Cts: “Tenere segreto il piano, non devono arrivare i numeri alla stampa”
I verbali desecretati sul coronavirus mettono in serie difficoltà il governo e Giuseppe Conte. Il “Piano anti-Covid”, tenuto segreto fino all’ultimo, è infatti partito con grande ritardo. Di come affrontare l’emergenza se ne inizia a parlare il 10 febbraio in occasione di una riunione del Comitato tecnico scientifico, esattamente una settimana dopo la scoperta della positività dei due turisti cinesi a Roma. Passa poco tempo prima che si diffondano notizie allarmati su quanto sta realmente accadendo. Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler di Trento è convinto che il Covid-19 può arrivare in Italia e fare parecchi danni.
Ma il tempo scorre, il Cts e il ministero della Salute sono ancora in alto mare nella verifica di quanti posti letto in rianimazioni sono attivi. Nove giorni dopo, il 21 febbraio, arriva la doccia fredda: il Cts “prende atto della segnalazione proveniente dalla Lombardia di casi sporadici in via di conferma”. E del piano neanche l’ombra. Questo – secondo i verbali – torna in auge solo il 24 febbraio, nel bel mezzo dell’emergenza. Peccato però che debba ancora “essere completato”. Il comitato vuole ancora discutere “la parte relativa all’allestimento delle rianimazioni” e l’argomento viene sottoposto “ad esperti del settore per un parere”. Solo il 2 marzo, quando i contagi sono già 1.835 e i morti 52, il Cts concorda di adottarlo nella versione ufficiale. Adottarlo tenendolo però ben nascosto, “onde evitare che i numeri arrivino alla stampa”.
Ma qualcosa ancora non torna, perché dal verbale del 9 marzo emerge che gli esperti del comitato ritengono opportuno mettere per iscritto, “ai fini della informazione alla popolazione”, che “il Cts, in collaborazione con il ministero della Salute e l’Iss, si è da tempo dotato di un ‘Piano sanitario in risposta a un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19’ e che tutte le sue azioni fino ad oggi suggerite ed adottate sono coerenti con i diversi stadi di sviluppo previsti dal piano”. Eppure, l’approvazione definitiva è arrivata solo nel bel mezzo della crisi sanitaria. Un fatto davvero curioso.