Jesolo, la polizia arresta 11 pusher nigeriani. Ma subito arriva la beffa: giudice li scarcera dopo 24 ore (Video)
Da Jesolo arriva un fatto di cronaca esemplare. Un paradigma di come funzionano le cose in Italia. La polizia con un’indagine di polizia accurata, arresta undici spacciatori nigeriani. Per farlo ha impiegato anche un drone. Dopo l’arresto degli undici pusher, fioccano i complimenti. La storia, tuttavia, manca di un lieto fine. Tempo 24 ore gli spacciatori nigeriani tornano tutti in libertà.https://www.youtube.com/embed/5A-S4Xm97nc?wmode=transparent&rel=0
Merito di avvocati valenti, perché in Italia la criminalità nigeriana è ricca e potente. Responsabilità di norme lassiste, perché alla fine il giudice applica la legge. Insomma, è una triste storia per la giustizia italiana. Quasi un film già visto
Da Torino, Trento, Vicenza e Padova i pusher nigeriani si muovevano per spacciare a Jesolo, epicentro della movida. A ricostruire i movimenti del gruppo di spacciatori del Nord Italia, anche con l’aiuto di un drone, sono stati infatti i poliziotti della squadra mobile diretti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia e del Servizio Centrale Operativo.https://www.youtube.com/embed/XF5CkDWCUfg?wmode=transparent&rel=0
“Undici seminatori di morte”
«Altri undici seminatori di morte nelle patrie galere. La giornata comincia bene. Complimenti alla Polizia di Stato di Venezia e agli inquirenti. Questi facevano da collettore dello spaccio di tutto il nord Italia e seminavano il loro veleno tra i giovani in vacanza a Jesolo. Il massimo dell’aberrazione». Con queste parole il candidato Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, aveva commentato l’operazione antidroga che ha portato all’arresto di undici spacciatori nigeriani che operavano sul litorale jesolano. Poche ore dopo, però, è arrivata la sentenza beffa.
Perché il giudice ha scarcerato gli 11 spacciatori nigeriani
Al momento dell’arresto, gli undici pusher avevano con loro solo modeste quantità di droga e cocaina. Quindi, tecnicamente, non è stato possibile contestare altro che lo spaccio con il quinto comma. E cioè la “modica quantità”. La furbizia degli spacciatori è stata risolutiva per far sì che in Tribunale il processo per direttissima si sia concluso con una sentenza beffarda. Scarcerazione e divieto di dimora esteso all’intera regione del Veneto. Difficile, però, che i componenti della banda rispettino il divieto.
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