La Turchia spaventa tutti: una base militare a Misurata?
Da tempo si parla di basi navali straniere in Libia: il Paese nordafricano del resto, con i suoi porti sul Mediterraneo, ben si presta alle mire di chi vorrebbe sbocchi sempre più importanti in una delle regioni più strategiche del pianeta. Fino ad oggi si era parlato soprattutto delle velleità della Russia, visto che dal Cremlino si guarda da tempo con interesse ad una possibile base in Cirenaica, nella regione cioè controllata dall’esercito del generale Haftar. Adesso però a tenere banco è soprattutto la possibilità che sia la Turchia, già nei prossimi mesi, ad impiantare in Libia una propria base. La città scelta non sarebbe certo casuale: secondo media libici, l’avamposto di Ankara potrebbe essere piazzato nel porto di Misurata.
Il via libera da parte di Tripoli
La prima emittente a rilanciare l’indiscrezione è stata 218Tv, considerata vicina alle posizioni del generale Haftar. Secondo fonti raccolte dalla televisione, attualmente con base in Giordania, nel corso di un vertice tenuto a Tripoli nei giorni scorsi tra i responsabili della difesa del Gna, ossia del governo guidato da Fayez Al Sarraj, della Turchia e del Qatar si è avuto il formale disco verde per impiantare una base turca a Misurata. Il porto di questa città, in particolare, sarebbe dato in concessione ad Ankara per 99 anni. Qui la marina turca potrebbe far insediare una base per le navi operanti nella zona con annesse tutte le varie infrastrutture finalizzate all’utilizzo dell’avamposto militare. A parlare di questa indiscrezione è stata anche l’emittente Al Arabiya, secondo cui già a luglio un primo accordo tra le parti era stato trovato con il progetto che ha avuto quindi una repentina accelerazione nelle ultime settimane.
A dare impulso definitivo all’idea di impiantare una base turca a Misurata, sarebbe stato soprattutto il sopra citato vertice a tre con i ministri della Difesa di Libia, Turchia e Qatar. Si tratta di quell’asse legato alla Fratellanza Musulmana che a Tripoli supporta, in funzione anti Haftar e dunque anti Egitto ed Emirati Arabi Uniti, l’esecutivo guidato da Fayez Al Sarraj. I responsabili della difesa, oltre alle intese raggiunte per ulteriori collaborazioni in campo militare, avrebbero per l’appunto valutato positivamente l’idea di far insediare in pianta stabile una base militare turca a Misurata. Il tutto nell’ottica di una maggiore intesa volta ad aiutare il Gna nella guerra contro il generale Haftar, con quest’ultimo che è indietreggiato da Tripoli e dall’intera regione ovest della Libia nello scorso mese di giugno a seguito della controffensiva supportata proprio dai principali alleati di Al Sarraj. Se la Turchia avrà il diritto di impiantare una base militare, il Qatar ha invece dal canto suo promesso un investimento finanziario volto alla ricostruzione delle infrastrutture militari danneggiate negli ultimi anni del conflitto.
Perché la base potrebbe sorgere a Misurata
Se tutte le indiscrezioni saranno confermate, Misurata diventerebbe ancora di più l’asse portante sia politico che militare della Tripolitania. È proprio in questa città che hanno sede le principali milizie che supportano il Gna. Quando nell’aprile del 2019 il generale Haftar ha provato a prendere Tripoli, i gruppi che hanno organizzato una prima difesa sono stati proprio quelli misuratini, gli stessi che nell’estate del 2016 con il supporto Usa hanno attaccato l’Isis a Sirte. Si tratta di milizie molto organizzate e che esprimono tra le altre cose un non indifferente potere politico. Il ministro dell’Interno Fathi Bashaga è di Misurata, così come misuratino è il vice di Al Sarraj, quell’Ahmed Maitig che per anni è stato l’uomo dell’Italia in seno al Gna.
La scelta di impiantare una base a Misurata da parte della Turchia non è quindi stata casuale. Al contrario, è la testimonianza degli attuali equilibri nell’ovest della Libia: qui i turchi sono oramai i principali alleati di Al Sarraj e quest’ultimo è supportato soprattutto dalle milizie misuratine le quali, a loro volta, hanno molti legami con i Fratelli Musulmani.
il giornale.it