Trump replica a Michelle Obama: “Sono qui grazie all’amministrazione di tuo marito, la più corrotta della storia”
Roma, 18 ago – “Qualcuno, per favore, spieghi a Michelle Obama che Donald J. Trump non sarebbe qui, nella bellissima Casa Bianca, se non fosse per il lavoro svolto da suo marito Barack Obama“. Il leader della Casa Bianca ha replicato così alla moglie dell’ex presidente degli Stati Uniti.
Michelle Obama, intervenendo alla convention del Partito Democratico, si era infatti scagliati contro il tycoon definendolo “il presidente sbagliato per il nostro Paese”. Aggiungendo che “ogni volta che guardiamo a questa Casa Bianca appellandoci a una guida o in cerca di consolazione, o di qualsiasi parvenza di fermezza, ciò che vediamo è il caos, la divisione e una totale e completa mancanza di empatia”. Un duro j’accuse a Trump, contorno infuocato al sostegno esplicito al “fantastico vicepresidente (al tempo di Obama presidente, ndr)” Joe Biden.
A gamba tesa contro l’amministrazione Obama
La risposta di Trump non si è fatta attendere e come al solito è arrivata via Twitter. “Io e la mia amministrazione abbiamo costruito la più grande economia della storia, di qualsiasi paese, abbiamo salvato milioni di vite e ora stiamo costruendo un’economia ancora più grande di prima”, ha cinguettato Trump. “Il lavoro procede, Nasdaq è già ai massimi storici, il resto seguirà. Siediti e guarda!”, ha tuonato The Donald rivolgendosi all’ex first lady. Poi è tornato sulla precedente amministrazione, stroncandola così: “Guardando indietro nella storia, la risposta del team Obama-Biden all’influenza suina è stata considerata debole e patetica. Dai un’occhiata al sondaggio, è pessimo. La grande differenza è che loro avevano ottenuto un pass gratuito dalla stampa corrotta e creatrice di fake news“.
Poi il presidente repubblicano ha rincarato la dose: “L’amministrazione Obama-Biden – ha scritto Trump – è stata la più corrotta della storia, compreso il fatto di essere stata beccata a spiare la mia campagna, il più grande scandalo politico della storia del nostro Paese. Si chiama tradimento e altro ancora”. Dunque “grazie per le tue gentilissime parole Michelle”.
Eugenio Palazzini