I poliziotti rivelano: «Abbiamo l’ordine di non fermare i migranti che scappano»
La situazione dei migranti malati di Covid in quarantena e di quello che scappano sta diventando esplosiva nell’Agrigentino. E i poliziotti non ne possono più. «Siamo stanchi, siamo qui per niente», dicono gli agenti di polizia che lavorano nella provincia più martoriata d’Italia. In un articolo in esclusiva sul Giornale, gli agenti mostrano tutta la loro rabbia e impotenza. «Perché la verità che nessuno dice – spiega un agente – è che siccome dal Viminale non sono arrivate regole chiare da seguire e siccome siamo in numero di molto inferiore rispetto agli ospiti dei centri, dalle questure i nostri superiori ci dicono chiaramente di lasciarli andare se dovessimo trovarci in difficoltà. Altrimenti potrebbe accadere come a Vicenza, dove un nostro collega ora si troverà punito per aver fatto il suo lavoro».
I poliziotti: «L’accoglienza fa guadagnare tutti»
Poliziotti esasperati che non possono svolgere neanche bene il loro lavoro. «In caso di rissa – dice un altro agente – prima di entrare perdiamo tempo a indossare tute e dispositivi di protezione». Non solo, c’è anche paura di ammalarsi. «C’è e non solo di Covid ma nessuno fa niente e noi stiamo mesi lontani da casa per questa stratosferica presa in giro che mette a rischio le nostre vite con immigrati che alla fine fanno ciò che vogliono. Mantenuti da quegli stessi italiani che ora rischiano di essere infettati». E ci sono tante altre situazioni collaterali di cui nessuno parla. «La verità – dicono molti poliziotti – è che c’è una macchina dell’accoglienza che fa guadagnare i gestori delle strutture, i proprietari dei furgoncini che trasportano il cibo e molta altra gente. Si preferisce guadagnare che risolvere il problema. E noi stiamo a guardare impotenti».
La denuncia de Sap
Il segretario generale del sindacato di polizia Sap, Stefano Paoloni spiega di aver scritto al ministro Lamorgese per segnalare questi problemi. «Sono certo che oggi in conferenza stampa negherà tutto. Invece mancano i protocolli operativi. Chi fugge rischia 400 euro di ammenda che da clandestino non pagherà mai. E se scappa positivo al Covid al massimo può prendere dai 3 ai 18 mesi di carcere. Non rischiano niente, mentre i colleghi non hanno disposizioni su come contenerli, vanno a buonsenso. La sensazione è che, come successo a Vicenza, si cerchi anche in Italia un caso Floyd».