“Immigrati sfrontati e violenti”. Il questore di Torino dice la verità e la sinistra lo attacca
Torino, 14 ago – La verità è sempre rivoluzionaria. Che gli immigrati delinquano di più è un dato oggettivo, lo dicono le statistiche, i ripetuti fatti di cronaca, la vita quotidiana degli italiani. Lo sanno tutti ma spesso non si può dire; colpa della minoranza chiassosa a guardia del politicamente corretto e dello spirito dei tempi. Per questo, anche se viene ribadito l’ovvio, le parole di una figura come il questore di Torino, Giuseppe De Matteis, colpiscono. Parte con le mani avanti nella sua intervista alla Stampa, parlando di “un aspetto oscuro che non tutti vorranno valutare con attenzione”. Ma niente complotti o trame segrete, parla semplicemente degli “effetti dell’immigrazione sulla nostra città. Se molti dei migranti che troviamo nelle statistiche non fossero così aggressivi, violenti e dediti a reati, la nostra attività si ridurrebbe del 45 per cento”.
Il questore e la “sfrontatezza” degli stranieri
Insomma quasi la metà dell’attività della polizia a Torino è causata dalle malefatte degli stranieri, spiega il questore. “Nell’ultimo mese su 23 episodi di violenza, minaccia resistenza e lesioni ai danni di operatori delle volanti 11 sono stati posti in essere da stranieri, in stato di alterazione per alcol e droga. In molte circostanze gli stranieri reagiscono con maggiore violenza”. De Matteis infrange un tabù politicamente corretto, sostenendo che gli immigrati agiscano con solo con maggiore violenza, ma anche con “crescente senso di sfrontatezza dato dalla consapevolezza delle fragilità del nostro sistema normativo che, salvo in rari casi, consente la liberazione immediata dell’arrestato. In realtà molti migranti che commettono reati come ad esempio lo spaccio di droga temono di più l’espulsione degli effetti penali della legge. Per questo motivo sarebbe meglio accelerare le procedure di rimpatri e rivedere le norme sull’immigrazione, frutto di un’epoca differente”.
De Matteis conferma la “narrazione” della destra sovranista
Insomma ricapitolando il questore di Torino dice: gli immigrati delinquono di più, sono più violenti, arroganti e per questo bisognerebbe accelerare sui rimpatri. Sostanzialmente conferma pienamente la narrazione della più “bieca” destra sovranista. Il che, come immaginabile, ha causato il plauso di Lega e Fratelli d’Italia e un po’ di disorientamento a sinistra. Difficile intervenire a gamba tesa contro un questore, anche se dice le stesse cose di Salvini. E così il Pd sostanzialmente ha nicchiato, lasciando alla sinistra e alle onlus il compito di replicare a De Matteis. “Il questore dovrebbe chiarire se ritiene la mafia nigeriana più arrogante di quella nostrana o se fa riferimento a profili etnici e culturali”, ha chiesto con il piglio da commissario politico sovietico Marco Grimaldi, consigliere regionale piemontese di Luv (Liberi Uguali e Verdi). “Potrebbe essere utile che la questura avvii un confronto con mediatori culturali e le comunità di migranti in questione” aggiunge Grimaldi.
La sinistra giustificazionista
Dello stesso tono le dichiarazioni di alcune associazioni di volontariato pro immigrazione: “I criminali sono una minoranza, tutti gli altri cercano un futuro”, mentre Monica Cristina Gallo, garante per i detenuti del Comune di Torino sostiene che “senza mediatori, i migranti non capiscono che cosa succede intorno a loro quando vengono a contatto con gli istituti penitenziari. Ci presentano problemi linguistici e culturali”. Parole anche condivisibili, ma non si capisce cosa centrino con i numeri che parlano di aggressioni in crescita per gli agenti, che si vedono a dover fare i conti con persone in fuga o che reagiscono mordendo o brandendo oggetti contundenti, come spiega in parte anche il sindacato di polizia Siulp. Le parole del questore di Torino sono state sostanzialmente la consueta bomba nell’asilo nido, capaci di mandare in tilt la sinistra piemontese. Ora, al di là delle dichiarazioni alla stampa, la paura è che qualcuno si attivi per togliersi dai piedi De Matteis e relegarlo ad un ruolo di secondo piano.
Davide Romano