L’Ue vuole cancellare il reddito di cittadinanza: ai Cinquestelle non resta che piangere
Quota 100, ma non solo. Nel mirino dell’Ue, dopo l’accordo sul Recovery Fund, oltre alle pensioni, ci sarebbe anche il reddito di cittadinanza. Insomma, il trionfale – a loro dire – risultato di Giuseppe Conte a Bruxelles rischia davvero di trasformarsi in un catastrofico boomerang politico per il M5S, che perderebbe la sua ultima bandiera.
I tecnici del Mef già al lavoro sui tagli
È stato il quotidiano La Nazione a pubblicare un retroscena nel quale si rivela che i tecnici del Ministero dell’Economia si sono già messi al lavoro per vedere dove andare a prendere i soldi che, a partire dal 2027, l’Italia dovrà restituire a Bruxelles. Una preoccupazione non meno pressante di quella sulle riforme e sulla finanziaria 2021 che Roma dovrà presentare all’Ue. Il tema è che bisognerà per forza tagliare qualcosa. Ma cosa?
La mannaia dell’Ue sulle pensioni
Le candidate numero uno sono proprio le pensioni e su Quota 100 in particolare, che provocano più d’un mal di pancia a Nord del Vecchio Continente. Quota 100 non piace né al “frugale” Rutte né alla zarina Merkel, dunque allo stato attuale sembra che abbia il destino segnato. E con essa i lavoratori italiani, che potranno scordarsi la possibilità di andare in pensione a 62 con 38 anni di contributi e dovranno continuare a tirare – almeno – fino a 64 anni.
Stop all’assistenzialismo: bye bye reddito di cittadinanza
Subito dopo le pensioni, però, secondo Il Giornale, il più probabile candidato per l’altare sacrificale di Bruxelles è il reddito di cittadinanza. Troppo costoso e assolutamente privo di qualsiasi ricaduta strategica per poter sopravvivere alla mannaia delle istituzioni europee, che puntano, sì, sulla riduzione della povertà, ma con interventi che possano innescare meccanismi virtuosi di crescita e lavoro e non con l’elargizione senza prospettive di miliardi e miliardi di soldi pubblici.