Autostrade, il “golpe” del Pd nel governo. De Micheli e Gualtieri, il vertice riservato con Conte: M5s fregato di notte
Il “golpetto” del Pd nella maggioranza si certifica all’alba. Su Autostrade per l’Italia vince la linea morbida e “trattativista” incarnata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e da quella delle Infrastrutture Paola De Micheli, che convincono il premier Giuseppe Conte a recedere dai bellicosi istinti di revoca della concessione ad Atlantia e ai Benetton. Un bello smacco per il Movimento 5 Stelle, che aveva riscoperto “la pancia” cavalcando la linea dura, salvo venire “traditi” dal presidente del Consiglio. Non a caso, il delicatissimo dossier di transizione dentro Aspi dai Benetton (che scenderanno entro l’anno al 10%) a Cassa Depositi e Prestiti (cioè lo Stato, che salirà al 51% controllando di fatto Autostrade) verrà seguita concretamente, nei prossimi mesi, proprio dai ministri Gualtieri e De Micheli. Del Pd.
I retroscena descrivono un Luigi Di Maio furioso. “Accusa nemmeno troppo velatamente Conte di aver usato lo strumento della revoca per arrivare ad un accordo, che forse è anche la verità, ma è maldigerita dal Movimento”, scrive il Corriere della Sera. Decisivo, per il colpo di mano (sempre che i 5 Stelle contassero che finisse veramente con la revoca, un potenziale disastro economico, legale e occupazionale), il vertice ristretto nel cuore della notte: CdM sospeso e faccia a faccia tra Conte, Gualtieri e De Micheli per analizzare nel dettaglio la resa quasi incondizionata proposta dai Benetton. E mentre i grillini se la prendono con la De Micheli, sa tanto di foglia di fico il passaggio del comunicato ufficiale del Cdm in cui si sottolinea come “il Consiglio dei ministri ha ritenuto di avviare l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione, fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo“. Un modo per tutelarsi da improbabili ripensamenti dei Benetton, certo, ma soprattutto un modo per far guadagnare tempo ai 5 Stelle di fronte ai loro elettori. Del tipo: “Tranquilli, la revoca è ancora possibile”. Già, ma chi ci crederà ora?