Renzi prende i Cinquestelle a pallonate: «Di Maio viaggia con l’aereo di Stato, Toninelli “mangiato”»
Matteo Renzi alza la tensione nella pseudo-maggioranza. Il “matrimonio” tra lui e il M5S – come del resto tra il Pd e i penta stellati – non regge. Ed è sempre più evidente che a tenerli stretti sia solo la paura, la “dannata paura” di perdere le poltrone. Non a caso il leader di Italia Viva dà altre stoccate a Di Maio e compagnia bella. Non gli va niente giù, né il reddito di cittadinanza né la legge elettorale. Ragion per cui scatena contro i grillini “vendicandosi” delle offese ricevute.
Renzi: «Quelli del M5S sono diventati casta»
«Quelli del M5S hanno cambiato idea. Anch’io ho cambiato idea e non sulle persone perché i grillini hanno affermato principi che hanno fatto male alla democrazia. L’immagine plastica di Toninelli insultato mentre prende un caffè fa pensare al populista mangiato da chi è più populista di lui». E ancora: «Di Maio quando prende l’aereo di Stato dovrebbe capire che ha preso quel 10% in più per la politica anticasta, ora hanno cambiato idea». Renzi lo afferma intervistato dal direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano. L’occasione è la presentazione del suo libro La mossa del cavallo.
«Basta con il reddito di cittadinanza»
«Questi populisti alla Toninelli che diventano la casta… il vero virus è il populismo», aggiunge. «È stato approvato il piano shock in piccolo nel decreto Semplificazione. Il vero ruolo di Iv è questo: ci dicono che siamo folli e poi ci danno ragione. Certo, con lo sblocca-cantieri ci hanno messo 8 mesi, ma alla fine c’è. La mossa del cavallo è questa: basta reddito di cittadinanza, sussidi e assistenzialismo».
Renzi e il sindaco d’Italia
Legge elettorale? «Io vorrei», risponde Renzi, «il maggioritario e non il proporzionale, come funziona per i sindaci. Vorrei un sistema dove chi vince lo decidono i cittadini e non gli accordi di palazzo. Sogno l’elezione diretta del sindaco d’Italia». Per un paese «dove la sera delle elezioni si sa chi vince, sulla legge elettorale meglio avere sistema come quello dei sindaci. Poi, se il Parlamento vuole il proporzionale…».