Zangrillo attacca: “21 decessi in Lombardia? Non per Covid”

“I 21 decessi della Lombardia non sono attribuili al Covid”. Ad affermarlo è il dottore Alberto Zangrillo, primario di anestesia e terapia intensiva dell’ospedale Vita-Salute San Raffaele di Milano che, su Twitter, commenta i dati epidemiologici della Lombardia nelle ultime 24 ore.

“In Lombardia altri 21 morti, titola Repubblica online. – cinguetta il primario con tono piccato – È bene che tutti sappiano che sono persone risultate positive al Covid ma venute a mancare per colpa di gravi patologie pre esistenti o intercorrenti. Fonte : Regione Lombardia”.

Non è un mistero che il professor Zangrillo non ammetta ignoranza né approssimazione sulla interpretazione dei dati, specie per quelli relativi al numero di decessi. Da settimane, infatti, è diventato ”il pomo della discordia” nelle vicende in orbita Covid. Spesso al centro di polemiche accese, il medico del San Raffaele continua a sostenere che la pandemia sia in fase discendente scongiurando l’eventualità di una seconda ondata. “Dal punto di vista clinico, il Coronavirus non esiste più. Ci metto la firma”, ha dichiarato qualche giorno fa. Affermazioni che hanno suscitato le ire degli illustri colleghi virologi, pronti a smentire le sue affermazioni con forza

L’ultima bagarre risale appena a 24 ore fa. Zangrillo è stato protagonista con il virologo Andrea Crisanti di un botta e risposta al vetriolo durante la trasmissione Carta Bianca. Il dibattito tra i due medici ha fatto scintille sull’analisi dell’attuale situazione dell’epidemia di coronavirus in Italia. “In questo momento in Italia non ci si sta ammalando, è un’osservazione clinica. – ha detto il professore – L’osservazione virologica ci dice che i tamponi eseguiti sono poverissimi di carica virale. Agli italiani dobbiamo dirlo. Se poi mi dite ‘fermati, Zangrillo perché sei troppo facilone’, mi fermo e mi taccio per sempre. Ma se non dico quello che sto osservando, non faccio un buon servizio”. Immediata la replica deldirettore della Microbiologia e virologia dell’Università di Padova: “Non vorrei che questo messaggio venisse frainteso e tutti capissero ‘è finita, non dobbiamo più preoccuparci’. Questo senso di euforia ci induce ad abbassare la guardia, non vorrei che il professor Zangrillo si pentisse tra 2-3 mesi di aver indotto comportamenti meno sicuri. Il virus c’è ancora”. Che sia solo il preludio di un nuovo scontro? Staremo a vedere.

il giornale.it

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