“Chiamiamola Camera delle deputate e dei deputati”: la ‘boldrinata’ del deputato grillino

Roma, 2 lug – Cassa integrazione per i lavoratori che la attendono da aprile? Sostegno concreto ai settori più in crisi? Stop alle tasse per i cittadini alle prese con un dramma economico di portata storica? Ma no, per tutto questo non c’è fretta, mica parliamo di priorità. C’è invece qualcosa che va attuata al più presto, ad esempio la modifica del nome della Camera dei deputati. Già, non vi pare un tantino sessista? Di questi tempi è bene scongiurare la furia iconoclasta dietro l’angolo e pure la lingua italiana deve essere prontamente cambiata, non sia mai che qualcuno potrebbe rinvenirci discriminazioni di genere.

La proposta di Lattanzio

Così, anticipando un’eventuale proposta analoga di Laura Boldrini, il deputato grillino Paolo Lattanzio l’ha buttata là: “Cambiare il nome della Camera dei deputati, e quindi l’articolo 55 della Costituzione, trasformandola in Camera delle deputate e dei deputati”. Ma certo, come abbiamo fatto a non pensarci prima. Quel maledetto articolo 55 della Costituzione recita in modo alquanto inopportuno: “Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica…”. Fortuna che non c’è scritto pure “Senato dei senatori”, sarebbe stato un tantino cacofonico, una terribile allitterazione, in ogni caso da rimuovere per via dell’implicito sessismo. Dunque basterà cambiare il nome alla Camera, perché è un passo importante per una svolta culturale. Un traguardo da raggiungere a tutti i costi.

Le critiche sui social

Come spiegato dallo stesso Lattanzio all’agenzia Dire è evidente che in Italia “ci sono dei ritardi. In Europa siamo tra gli ultimi perché abbiamo una percentuale di donne che lavorano infinitamente basso”. Ma davvero è necessario cambiare il nome alla Camera per essere più inclusivi e rispettosi? A noi sembra l’ennesima amenità sciorinata tanto per allinearsi a una moda “progressista”, ma ci consola non essere i soli a pensarla così. Almeno a giudicare dal novero infinito di critiche riservate al parlamentare M5S sui social, anche da parte di molte donne. “Per cortesia, da donna la trovo davvero senza senso. Spostate gli sforzi su progetti utili e non futili“, scrive un utente su Facebook. E ancora: “Sono imbarazzata che qualcuno possa ritenere che queste cose possano essere equiparate ad una richiesta di giustizia“. E poi un’immancabile, quanto sacrosanta, riflessione: “E questi sarebbero gli onorevoli? Con tutti i problemi che ci sono, si discute di queste caz****?”.

Eugenio Palazzini

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