“Gli scacchi sono razzisti: il bianco muove per primo”. Non c’è limite alla follia
In un momento in cui tutto, o quasi, può essere definito un simbolo razzista, anche gli scacchi vengono messi sotto inchiesta. Prima è toccato ai famosi dolci svizzeri, le teste di moro, la cui produzione è stata bloccata all’inizio di giugno, in seguito a numerose polemiche anti razziste.
Sul banco degli imputati adesso viene messo il gioco degli scacchi. Dove in effetti il bianco muove sempre per primo. Ma non è comunque detto che alla fine vinca.
Gli scacchi sono razzisti
Tutto ha avuto inizio da un tweet di John Adams, economista e portavoce della federazione australiana degli scacchi nel 2015. La scorsa settimana, Adams ha fatto sapere di essere stato chiamato dall’ABC di Sydney per rilasciare un commento sulla disputa razziale negli scacchi. “Ho appena ricevuto una telefonata da un produttore della ABC Sydney in cerca di un commento sul gioco degli scacchi! L’ABC si è fatta l’idea che gli scacchi siano RAZZISTI, dato che il bianco muove sempre per primo” ha twittato. Adams non ha lasciato alcun commento in proposito andando quindi a scatenare un dibattito sul web.
Anche la leggenda degli scacchi Anatoly Karpov, a questa notizia ha voluto dire la sua, definendo follia totale il dibattito sul razzismo negli scacchi, con i quali non ha proprio nulla da spartire. L’ex campione del mondo ha poi chiesto cosa c’entrasse il razzismo con il gioco secolare. Garry Kasparov, avversario di Karpov da sempre, e oggi in esilio volontario a New York, ha invece consigliato alla Abc di Sidney di dedicarsi a “Go”, il gioco cinese dove è la pedina nera ad avere la prima mossa. E lasciare perdere il giornalismo d’inchiesta sul razzismo presente nel gioco degli scacchi.
L’accusa precedente
Tra l’altro, non sarebbe la prima volta che viene mossa questa accusa nei confronti degli scacchi. Lo scorso anno, durante la celebrazione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale, Magnus Carlsen, campione del mondo norvegese, e Anish Giri, campione olandese, avevano pubblicato un video dove la partita aveva inizio con la mossa del nero. La scritta: “Abbiamo infranto una regola degli scacchi oggi, per cambiare le menti domani” non lasciava certo dubbi sull’intenzione del messaggio.
La regola dice che i pezzi degli scacchi devono essere di due colori diversi in modo da essere distinti facilmente. Per dire, anche azzurro e blu. La loro forma la si deve a Howard Staunton, campione inglese a metà dell’Ottocento. Da questo signore prendono nome i pezzi Staunton, pezzi degli scacchi tra i più usati nelle competizioni.
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