Così Gori premiò il parroco indagato per sfruttamento di immigrati
“Per descriverli ho cercato un’immagine e mi è venuto in mente le stelle. Ecco, noi li vediamo così, come stelle nel cielo della nostra città che ci aiutano a non perderci anche nelle condizioni più avverse.
Come comete che ci invitano a metterci in cammino con fiducia e buona volontà”. Così Giorgio Gori si era espresso in occasione della premiazione dei cittadini benemeriti di Bergamo, che si erano distinti per il loro operato in termini di generosità, intraprendenza, determinazione e sacrificio. La cerimonia si era tenuta venerdì 22 dicembre all’interno dello storico scenario del Teatro Sociale, dove don Davide Rota (Superiore del Patronato San Vincenzo) aveva ricevuto sia la medaglia d’oro sia la benemerenza per il suo impegno a favore degli immigrati.
Lo stesso sacerdote è stato intercettato dai carabinieri lombardi: ora è indagato per sfruttamento del lavoro di alcuni stranieri. Come riportato dall’edizione odierna de La Verità, nel mirino degli investigatori sono finite alcune conversazioni risalenti all’aprile del 2018: il parroco avrebbe posto la sua attenzione su una decina di stranieri che avrebbero svolto “attività lavorative ‘in nero’ e con retribuzioni ricevute in contante direttamente da don Davide”. Il prete più volte avrebbe parlato di “lavoretti” svolti in una struttura di accoglienza. Nello specifico si vuole far luce sulla chiacchierata del 26 aprile tra Bruno Goisis (presidente della coop Ruah) e Adriano Coretti della Prefettura di Bergamo.
Svelate le intercettazioni
Il primo avrebbe chiamato il viceprefetto per rendergli note le lamentele avanzate da don Rota in seguito alla chiusura del centro di accoglienza straordinario di via Gavazzeni: il sacerdote, non volendo che i migranti fossero trasferiti altrove, avrebbe chiesto alla cooperativa in questione di prendere in carico alcune persone. “Dice che si deve chiudere lì al Patronato, la cosa va benissimo, poi lui chiedeva a me di prendere 30 persone”, avrebbe comunicato Goisis. A quel punto Coretti avrebbe spiegato nel dettaglio il quadro della situazione: “Don Davide è buono e caro però è un testa di quiz perché ha fatto un casino, non ha offerto la struttura nel bando di gara per non fare due cazzate, due riparazioni due stupidate”. Anche il presidente della coop Ruah si è sfogato: “Ma sì poi adesso ha rotto i cogl****”.
Il parroco si sarebbe rifiutato di apportare modifiche alla sua struttura di accoglienza: gli stranieri da lui ospitati sarebbero dovuti essere spostati altrove visto che non avrebbe potuto partecipare a una gara pubblica. Una soluzione che però non era gradita dal prete, così come confermato dallo stesso Coretti: “Lui poi ha messo un po’ di mezzo il sindaco (Giorgio Gori, ndr), come fa spesso… Ha fatto una cazzata perché se avesse dato ascolto a noi e faceva quelle migliorie…”.
Goisis avrebbe messo in guardia tutti, facendo notare che con il cambio di governo non era più tempo di fare “giochi strani” sui profughi: “Solo che, per don Rota, perdere l’accoglienza dei profughi è un problema, perché a lui avere in gestione una cinquantina di stranieri consente di mantenere tutta la sua struttura”. “Però è meglio che non lo dice in giro capito, se no veramente sembra che stiamo a fa gli affari insomma”, sarebbe stato l’avvertimento di Coretti. E il timore è che abbia fatto proprio questo ragionamento con il primo cittadino di Bergamo. Goisis è convinto della sua posizione: “È sbagliato, è sbagliato”. Lo stesso si può dire per Coretti, che però avrebbe posto speranza nel sindaco: “Però Gori vabbè è uomo di mondo quindi non è che si è scomposto più di tanto”.
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