Sbarchi triplicati, morti aumentate. Ecco i dati-verità sui porti aperti
Nei giorni in cui si piangono nuove tragedie nel Mediterraneo e ci si preoccupa per i migranti positivi al Coronavirus sulle varie imbarcazioni che fanno rotta verso l’Italia, i dati ufficiali dimostrano tutti i rischi della politica dei “porti aperti” del governo Conte bis.
Che gli sbarchi fossero aumentati era noto, ma a certificarlo ufficialmente è il sito del Viminale, che nel suo “cruscotto” statistico svela la verità. Dall’1 gennaio al 25 giugno 2020 sono sbarcati in Italia 6.398 migranti. Nello stesso periodo dello scorso anno, quando al ministero degli Interni c’era Matteo Salvini, gli immigrati giunti sulle coste italiane erano stati 2.453. Poco più di un terzo rispetto alla situazione attuale.
Una tendenza significativa, perché comprende anche i mesi in cui l’Italia era in piena emergenza Coronavirus e sugli arrivi era stato posto un freno, non essendo più considerato il nostro Paese un “porto sicuro”. Ma l’aumento è stato sempre giustificato dalla maggioranza con la necessità di dare accoglienza a chi rischia di morire. Ma davvero nel 2020 le tragedie sono diminuite? In questo caso sono utili da esaminare i dati del sito “Missingmigrants” che svelano come in questa prima parte del 2020 nel Mediterraneo centrale (le rotte, cioè, che dall’Africa portano all’Italia) si sono già verificate 247 morti, mentre in tutto il 2020 le tragedie furono 358. In proporzione, quindi, anche le morti sono aumentate. Uno schiaffo alla politica dell’accoglienza.