Luca Palamara, l’ultima bomba: “Perché è slittato il processo a Woodcock? Tutta la verità sul ricatto”
Nuove intercettazioni coinvolgono Luca Palamara. L’ex presidente dell’Anm, nella notte tra il 28 e 29 giugno del 2019, si sfoga con l’ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini. Palamara annuncia cosa vorrebbe raccontare in tv: il motivo per cui il processo disciplinare di Henry John Woodcock è slittato alla nuova consiliatura del Csm. “È una cosa che vorrei di’, questa, cioè che il processo Woodcock non è stato fatto per ‘sto motivo”. Il sospetto, scrive il Fatto Quotidiano, è che Palamara stia inviando “messaggi” e “pizzini”. “Non avrò difficoltà a riferire nelle sedi istituzionalmente competenti il significato della mia conversazione con Giovanni Legnini” risponde al Fatto Palamara che dice di essere pronto a spiegare. “È una cosa che vorrei dì, questa, cioè che il processo Woodcock non è stato fatto per ‘sto motivo”. ribadisce Palamara nella intercettazione con Legnini che poi lo interrompe: “No, non lo puoi dì”. “Lo so” risponde Palamara, “però Giovà, ho capito, non to vo (sembra dire “non ti voglio”, ndr)”.
Legnini lo interrompe ancora: “Dentro pure me”. Perché “pure” Legnini finirebbe “dentro” questa storia? Palamara gli risponde: “No, ma senza mettere in mezzo te, senza mettere in mezzo te, che questa cosa già girava quando (inc.) e ma io lo devo dì”. “Io la vicenda Woodcock non la sfruculerei, mentre invece sulle incertezze investigative, su Scafarto, vicende della Procura cioè, la parte Csm, mo’ non mi riferisco solo, ma io non la toccherei, anche perché noi abbiamo fatto esattamente il nostro dovere, alla fine abbiamo rinviato, e abbiamo fatto bene a farlo, certo per quel motivo, però (…) alla fine era anche una decisione ragionevole quella un (inc.) scadenza ehhh era giusto”.