“Il Black lives matter è razzista. Papà voterebbe Trump”. Il figlio di Muhammad Alì fa inorridire gli antirazzisti
Roma, 22 giu – Hanno portato scompiglio nell’ambiente del Black lives matter le dichiarazioni del figlio del pugile Cassius Clay, meglio noto come Muhammad Ali. Muhammad Ali Jr., 47 anni, ha infatti affermato ai microfoni del NYPost che suo padre «avrebbe odiato le proteste del Blm e le avrebbe bollate come razziste, perché queste manifestazioni stanno semplicemente aizzando i neri contro chiunque altro» e avrebbe senz’altro definito «diavoli» i saccheggiatori e i devastatori in azione in tutte le città americane. «Mio padre diceva che tutte le vite contano. Non solo quelle nere. Probabilmente sarebbe un supporter di Donald Trump se fosse vivo».
Immaginatevi lo shock dei progressisti. La leggenda del pugilato Muhammad Ali rappresentò infatti negli anni 60 e 70 una figura chiave nel movimento per i diritti civili degli afroamericani e manifestò assieme al movimento dei Black Panthers, l’organizzazione nata nel 1966.
Ali Jr. insiste sul razzismo intrinseco del Black lives matter che invece si definisce antirazzista. «Non solo le vite nere contano, ma anche quelle bianche, quelle asiatiche, tutte. Dio ama tutti». E condanna le violenze ancora in atto. «Si può protestare pacificamente senza radere al suolo le città».
Il figlio di Clay ha poi spezzato una lancia in favore di Derek Chauvin, il poliziotto responsabile della morte di Floyd durante il tragico fermo avvenuto a Minneapolis. «Floyd stava opponendo resistenza all’arresto e Chauvin ha usato la tecnica sbagliata, ma stava solo facendo il proprio dovere», ha spiegato. «La maggioranza dei poliziotti non è corrotta, non si sveglia al mattino pensando “oggi ho proprio voglia di ammazzare un neg*o”. Cercano solo di portare a casa la pelle. Cercano di tornare dalle loro famiglie alla fine del turno. Solo le mele marce dovrebbero essere punite». Ali Jr ha poi manifestato il proprio supporto al presidente Trump definendo gli antifascisti «un gruppo terrorista come lo sono i terroristi islamici».
Cristina Gauri