Migranti, il sistema delle coop: costi gonfiati e conti aggiustati
Associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, alla turbativa d’asta, allo sfruttamento del lavoro e all’inadempimento di contratti di pubbliche forniture: sono queste le ipotesi formulate dalla Procura.
L’inchiesta scattata recentemente ora rischia di far saltare quello che si teme essere un “sistema-truffa” a Bergamo nell’ambito dell’accoglienza dei migranti. Nell’indagine coordinata dal pm Fabrizio Gaverini sono coinvolte ben 38 persone, ma pare che vi sia l’intenzione di sfoltire gli implicati poiché alcune posizioni potrebbero essere così defilate da non mostrare profili di reato. E ora sono spuntate delle intercettazioni annotate dai carabinieri risalenti al 17 aprile 2018, precisamente alle ore 8.34, tra don Claudio Visconti e Luca Bassis.
Il primo è stato per circa 20 anni il direttore della sede della Caritas della città di Bergamo; il secondo era tra i suoi più stretti collaboratori. “Ma infatti gliela voglio fare proprio difficile, cioè nel senso che già non riusciranno a guardarla ma gliela faccio difficile, che dovranno impazzire”; “Bravo e carica anche le ristrutturazioni che abbiamo fatto prima”. Al centro della conversione c’è la serie di rendicontazioni da presentare in Prefettura al fine di ricevere il rimborso delle spese legate ai centri di accoglienza per richiedenti asilo. “Tanto non se ne accorge nessuno”, sarebbero state le parole di Bassis. Eppure la realtà dei fatti sarebbe venuta a galla, come fa notare l’edizione odierna de La Verità: spese gonfiate, numeri falsi accreditati, checkout dei migranti modificati dalle associazioni per continuare a percepire il massimo delle quote e voce affitti aumentati di 50mila euro. Il tutto con il benestare del sacerdote: “Perché noi quei soldi qua li mettiamo via per quelli che voi cacciate fuori per sostenere i servizi degli altri (migranti, ndr)”.
L’inchiesta
Stando a quanto emerso dal lavoro degli inquirenti, il suo consenso sarebbe stato sempre fondamentale per dare il via libera a ogni operazione: “Controllava le dinamiche dell’accoglienza migratoria e la successiva gestione, riuscendo a condizionare le istituzioni al fine di ottenere vantaggi indebiti”. Nel periodo compreso tra il 2017 e il 2018 i richiedenti asilo nella Bergamasca erano quasi 3mila e la Prefettura stava per pubblicare un bando da 106 milioni per i 18 mesi seguenti. Oltre alle rendicontazioni “aggiustate”, si vuole far luce sull’espediente per ottenere contributi. Due avvisi di garanzia sono stati consegnati a funzionarie dell’assessorato Servizi sociali. Nell’ordinanza si legge che “si adoperavano affinché la cooperativa Ruah e l’associazione Diakonia potessero aggiudicarsi i bandi pubblici comunali il cui contenuto veniva preventivamente concordato”.
Capi d’imputazione come associazione a delinquere finalizzata alla truffa, turbativa d’asta, sfruttamento del lavoro (episodi di caporalato), inadempimento di contratti di pubbliche forniture pesano. Intanto la Lega ha chiesto al sindaco Giorgio Gori di sospendere cautelativamente i contratti in essere con le associazioni coinvolte visto che “sono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato attraverso l’acquisizione di erogazioni pubbliche non spettanti, sfruttamento del lavoro, riciclaggio e altri reati”.
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