San Francisco, il sindaco smantella la statua di Colombo: “Simboleggia la schiavitù” (Video)
Roma, 19 giu – Mentre l’Università della California decide di riservare corsie preferenziali per l’accesso agli studenti afrocamericani nelle scuole superiori, il Comune di San Francisco smantella la statua di Cristoforo Colombo. La protesta dei Black lives matter sta insomma generando un’ondata di assurdità, in particolare (che strano) nello Stato americano più “radical chic”. Nel caso di specie, tanto per anticipare il furore della piazza, il sindaco di San Francisco ha fatto rimuovere la statua dell’esploratore genovese che nelle ultime settimane è stato particolarmente preso di mira dagli antirazzisti perché a loro dire è un simbolo di oppressione, schiavismo e discriminazione nei confronti degli afroamericani.
“Un passo necessario”
Una portavoce del comune californiano, Catherine Stefani, ha definito la rimozione della statua “un passo necessario”, poiché rappresentava “le fondamenta dolorose” della storia americana: “Schiavitù, sottomissione e conquista, tutti atti che siamo chiamati a condannare”. Certo, qualcuno potrebbe sommessamente far notare che senza la scoperta di Colombo oggi forse non esisterebbe neppure San Francisco, almeno questa San Francisco. Ma tant’è, ormai la furia iconoclasta soppianta qualunque tipo di ragionamento.
A tal punto che la portavoce del Comune tenta pure un’ulteriore spiegazione dell’iniziativa, volta a rimuovere dalla memoria un certo passato: “La statua era una versione fittizia e ripulita della nostra storia che celebra l’uomo ignorando il trauma che le sue azioni hanno provocato”, ha dichiarato Stefani. “Togliere una statua – ha poi sottolineato la portavoce del Comune californiano – non significa cancellare la storia, ma dimostrare amore per i nostri amici e vicini che in questo momento si sentono feriti, per le comunità che da secoli si sentono ferite”.
La statua in questione oltretutto era già stata vandalizzata (e poi ripulita) nei giorni scorsi, come si vede in questo video:
Eugenio Palazzini