Luigi Di Maio, le email con cui faceva fuori i grillini sgraditi: “Tu sei massone. E hai ascoltato Gianfranco Fini”
Una inchiesta de Le Iene svela come nel M5s, paladino del mantra una persona un voto, non sia sempre così. Anzi alcune scelte sono esattamente il contrario. Viene citato il caso di Aniello Nazaria, ex attivista pentastellato che non è mai approdato in Parlamento nonostante fosse stato scelto per la Camera dei Deputati: piuttosto che applicare l’articolo 84 della legge elettorale per l’assegnazione dei seggi avanzati in altre circoscrizioni, scrive l’edizione on line del Giornale, sarebbero stati applicati altri articoli e criteri con il benestare del M5S. Non si è trattato di un caso isolato. Anche in Abruzzo si sono verificati episodi simili negli anni scorsi, con candidati che sono riusciti a passare il turno su Rousseau per poi essere cacciati con poche righe di annuncio: “A seguito delle segnalazioni ricevute, e delle ulteriori verifiche effettuate, ti comunichiamo che il Capo Politico ha valutato la compatibilità della tua candidatura con i valori e le politiche del Movimento 5 Stelle, esprimendo parere vincolante negativo sull’opportunità di accettazione della candidatura. Pertanto ti comunichiamo che il tuo nominativo è stato escluso dall’elenco dei candidati”.
Decideva quindi la volontà di Luigi Di Maio, l’ormai ex “capo politico”. C’è chi li condanna e spiega che: “loro hanno dimostrato di essere una casta: se tu fai parte del loro giro, automaticamente vai avanti; altrimenti sei fuori”. Chi viene accusato di essere un massone ed è chiamato a giustificarsi in assemblea pubblica. Chi invece viene fatto fuori soltanto per la presenza all’intervento di Gianfranco Fini in occasione di una delle tradizionali kermesse di Fli a Mirabello.