Le Mascherine Tricolori tornano in piazza e mandano avviso di sfratto a Conte (Foto e Video)
Roma, 13 giu – Per il settimo sabato di fila, le Mascherini Tricolori sono tornate ad affollare le piazze di tutta Italia per chiedere a gran voce le dimissioni del governo Conte. Oggi, per la precisione, il movimento ha dato vita a una protesta su base regionale, coinvolgendo le seguenti città: Aosta (Piazza Chanoux), Torino (Piazza Santa Rita), Milano (Arco della Pace), Trieste (Piazza della Borsa), Bolzano (Piazza della Vittoria), Verona (Piazza Bra), Parma (Piazza Garibaldi), Genova, Lucca (Piazza Napoleone), Todi (Giardini Oberdan), Ancona (Piazza IV Novembre), L’Aquila (Piazza Duomo) per Abruzzo e Molise, Roma (Palazzo della Civiltà italiana), Napoli (via Roma), Bari (Piazza Diaz) per Puglia e Basilicata, Reggio Calabria (Arena dello Stretto), Catania (Piazza Università) e Cagliari (Piazza Garibaldi).
Il video della manifestazione di Milano
Il proclama delle Mascherine Tricolori
Tra i punti della protesta delle Mascherine Tricolori ci sono anche gli Stati generali dell’economia, che il movimento ha definito come «l’ennesima truffa senza nessun mandato popolare». «Sono passati più di tre mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria e la nostra pazienza è finita», si legge nel proclama delle Mascherine Tricolori. «L’Italia sta affrontando una crisi economica e sociale senza precedenti, ma il peggio deve ancora arrivare. Fallimenti, povertà, milioni di disoccupati: questo è lo scenario che ci aspetta da qui a pochi mesi. E in tutto questo Giuseppe Conte cosa fa? Continua con le promesse, i falsi annunci, rivendica come un grande risultato il bonus per i monopattini, o i debiti contratti con l’Unione Europea in cambio di riforme lacrime e sangue».
La Mascherine ci tengono anche a rimarcare da chi è composto il movimento: «Siamo lavoratori, imprenditori, disoccupati, commercianti, partite Iva, genitori. Siamo quelli che ancora aspettano la cassa integrazione, gli aiuti, i finanziamenti a fondo perduto. Siamo quelli che non sanno se, come e quando riusciranno a riaprire la propria attività, o se avranno ancora un posto di lavoro. Siamo quelli che vogliono sapere quale sarà il futuro dei nostri figli, che leggono con terrore le dichiarazioni di un ministro incompetente come la Azzolina. Perché il resto dell’Europa è pronto a ripartire e noi stiamo ancora discutendo di gabbie in plexiglas, di turnazioni improponibili o di mascherine obbligatorie per i bambini? Siamo quegli italiani che si sono comportati in maniera esemplare durante l’emergenza sanitaria, ma che nonostante questo vengono ancora multati e spesso additati come untori dal governo».
Le richieste del movimento
È a questo punto che le Mascherine Tricolori rendono noti i loro obiettivi: «Noi chiediamo una sanatoria per tutte le multe elevate durante l’emergenza sanitaria, lo stop alle tasse per le imprese per tutto il 2020, soldi a fondo perduto erogati direttamente dallo Stato senza passare per le banche, liquidità immediata per le famiglie e le fasce più deboli della popolazione, un piano di intervento straordinario per salvare il settore del turismo che rischia letteralmente di scomparire, aiuti massicci e regole meno stringenti per bar, ristoranti, palestre e tutte quelle attività che rischiano di chiudere prima ancora di riaprire, un piano per far ripartire veramente la scuola e garantire una formazione. E pretendiamo che lo stato d’emergenza non venga prolungato per altri sei mesi. Non saremo più disposti ad accettare limitazioni della nostra libertà e la sospensione dei nostri diritti fondamentali».
Insomma, la fiducia nell’esecutivo giallofucsia è ormai a zero: «Non vogliamo più delegare il nostro futuro. Né al governo, né alle task force dei vari Colao, quelli che con la scusa dell’emergenza vogliono limitare ulteriormente il contante per fare un favore alle banche. O che con la scusa della “parità di genere” vogliono imporre l’educazione gender ai nostri figli. Le task force devono togliersi di mezzo, questo governo deve andare a casa, la parola deve tornare al popolo. Non resteremo a guardare mentre questi incompetenti, questi traditori, faranno a pezzi la nostra Nazione. Noi combatteremo per difendere il futuro dell’Italia. A breve organizzeremo una grande manifestazione nazionale per far sentire ancora più forte la nostra voce. Perché ribellarsi oggi è un dovere. Viva la libertà. Viva l’Italia».
Le foto delle piazze
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Vittoria Fiore