Anarchici con la disoccupazione facevano attentati ai carabinieri
Vivevano con il sussidio di disoccupazione da rimpatrio dello Stato e avevano scelto come quartier generale un centro sociale occupato della Capitale. Forse proprio qui, Claudio Zaccone, 33enne messinese, avrebbe progettato l’attentato del 2017 alla stazione dei carabinieri di via Britannia nel quartiere San Giovanni.
A suo carico, secondo i militari del Ros, sarebbero emersi “numerosi e gravi indizi di colpevolezza”.
È il 7 dicembre. La cellula Santiago Maldonado della Federazione anarchica informale piazza un chilo e mezzo di esplosivo in un thermos e lo lascia davanti alla porta della caserma. L’esplosione alle 5.30 del mattino sveglia il quartiere e rischia di investire in pieno una ragazza che lavora in un bar della zona. Si salva per un soffio. Crollano soltanto alcune parti del portone dell’edificio. Ma gli autori del gesto, secondo i carabinieri del Ros, avevano messo in conto anche eventuali danni collaterali.
È da qui che sono partite le indagini che dopo tre anni hanno portato all’arresto di sette persone. Militanti anarco-insurrezionalisti, ritenuti responsabili di una sfilza di reati che vanno dalla “associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico”, all’atto di “terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e porto di materiale esplosivo”, fino all'”incendio e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico”.
Il decalogo del gruppo, che si riuniva nel centro sociale Bencivenga Occupato, in zona Pietralata, era un vero e proprio programma eversivo. Un manuale clandestino intitolato “Dire e sedire”, destinato soltanto a pochi elementi fidati. Il piano degli appartenenti alla cellula, tutti di età compresa tra i 30 e i 39 anni, era quello di “riorganizzare il movimento anarchico superando “ogni localismo”, per avviare una nuova fase dell’insurrezionalismo”. L’obiettivo era quello di portare avanti una “conflittualità viva e accesa” contro lo Stato e le sue istituzioni. Il blitz dei Ros contro la cellula anarchica: arresti anche in Francia e SpagnaPubblica sul tuo sito
Per raggiungerlo hanno dimostrato di non avere nessun problema a passare dalle parole ai fatti. Dal 2017 ad oggi sono numerosi gli attacchi sferrati dal gruppo da La Spezia a Roma, passando per Firenze e Teramo. Daniele Cortelli, 35enne romano, ad esempio, è finito ai domiciliari con l’accusa di aver dato alle fiamme diverse autovetture del car sharing di Eni, Enjoy, in “solidarietà a tutti gli anarchici detenuti” e accusando la multinazionale italiana di inquinare in Italia e all’estero.
E poi, manifestazioni, danneggiamenti, incendi, per spingere la direzione del carcere di La Spezia a trasferire a Viterbo un detenuto appartenente al gruppo, Pierloreto Fallancanca. Misura poi ottenuta dal detenuto. In programma c’erano anche altri attentati terroristici per sostenere gli imputati del processo Panico, in cui nel 2019 sono stati condannati a Firenze diversi anarchici. Tra i reati contestati anche l’attacco di due anni prima alla libreria Il Bargello, vicina a Casapound.
A far parte del sodalizio anche due donne, Flavia Di Giannantonio, 39 anni di Roma, e Francesca Cerrone, 31enne del Trentino, arrestata in Spagna, con la collaborazione delle forze di polizia spagnola. Un altro anarchico, Roberto Cropo, di Torino, è stato arrestato in Francia, a Saint Etienne. Per sostenersi all’interno della comune anarchica, i tre erano riusciti ad ottenere dallo Stato, dopo aver svolto piccoli lavori stagionali all’estero, l’indennità di disoccupazione da rimpatrio.
Si tratta di un sussidio che spetta a chi lavora fuori dai confini nazionali e viene licenziato. Tanti proclami, insomma, ma nessun problema a “scroccare ” il reddito dallo Stato “nemico”, se serve per dedicarsi completamente alla causa, senza doversi preoccupare di lavorare. Il quartier generale degli anarchici nel centro sociale occupatoPubblica sul tuo sito
Negli anni gli arrestati avevano anche tessuto una rete di contatti a livello internazionale. Nel dicembre del 2018 Nico Aurigemma, trentenne romano, vola in Grecia per incontrare i compagni del gruppo terroristico della “Cospirazione delle cellule di fuoco”, aderente alla Fai. E ancora, sono emersi legami con i militanti cileni e berlinesi.
Lo scorso ottobre proprio il Cile è stato teatro di violente manifestazioni di matrice anarchica mentre nella Capitale tedesca, nel 2018 un attentato anarchico è stato rivendicato da una cellula della Fai che si è ispirata ad un proclama di Alfredo Cospito, l’ideologo del gruppo, detenuto nel carcere di Ferrara per aver gambizzato nel 2012 l’ingegnere Roberto Adinolfi. Nel 2018 esce un suo libro clandestino dedicato agli “Anarchici di Bialystok”, che celebra le gesta degli anarchici russi: “omicidi, attentati, terrorismo contro i padroni”, a cui, secondo l’autore, dovrebbero ispirarsi gli anarchici del terzo millennio.
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