“No al razzismo e dateci i soldi”. Rom in corteo a Firenze battono cassa (Video)
Firenze, 9 giu – «Basta razzismo, fascismo, nazismo, consegnate i buoni economici e alimentari». Ai rom va riconosciuta una grande sincerità. Non ci provano nemmeno a nascondere tra le righe l’intenzione di voler instillare il senso di colpa «razzista» negli italiani – che di fatto razzisti non sono – quando decidono di battere cassa rivendicando il «diritto al bonus economico e alimentare». E così ieri a Firenze sono scesi tutti in strada, ben pasciuti ed arroganti, prendendo parte ad una piccola manifestazione organizzata dal Consiglio nazionale Rom Sinti Caminanti e dall’Associazione Nazione Rom. L’occasione di cavalcare il sentimento delle piazze antirazziste scaturito dalla morte di George Floyd era evidentemente troppo ghiotta per farsela scappare.
Il corteo ha sfilato per le vie del centro storico, tra urla e schiamazzi dei nomadi, per la maggior parte donne, che vi avevano preso parte. «Ci servono soldi. Senza mangiare, senza acqua. Vogliamo i soldi!», erano gli slogan. La manifestazione è stata ripresa da un cittadino sbigottito e il filmato è stato poi condiviso su Facebook da Valerio Benito Limido, esponente romano della Lega. «E’ dal 23 marzo – scrivono gli organizzatori in una nota su Facebook – che la popolazione Rom Sinti Caminanti (RSC), chiede soccorso a Governo, Regioni e Comuni: sono 40.000 i cittadini, che vivono in Italia, senza acqua, energia elettrica, alloggi adeguati, risorse alimentari e protezione sanitaria. La situazione determinata dal Covid-19 ha generato un quadro di assoluta emergenza sociale». Non era così anche prima dell’epidemia? O forse il lockdown ha bloccato quelle attività «lavorative», chiamiamole così, tradizionalmente fonti di introiti per i nomadi?
La manifestazione ha suscitato l’ira dei titolari di esercizi commerciali affacciati sulle vie attraversate dalla manifestazione e che – hanno spiegato a La Nazione – «stanno lottando con le unghia e con i denti» per tenere aperte le propria attività. «Assurdo tutto questo», è il commento più mite che rivolgono alla vicenda.
Cristina Gauri