Alfonso Bonafede, la legge che salva Piercamillo Davigo: niente pensione, ancora due anni con la toga
Toh che “caso”, il M5s vuole “salvare” Piercamillo Davigo? Un caso piuttosto clamoroso, di cui dà conto Repubblica. Una legge che potremmo ribattezzare la “salva-Davigo”, il pm manettaro e punto di riferimento assoluto per l’universo grillino e per Alfonso Bonafede. Tutto “merito” di un emendamento ai decreti legge di Bonafedere per riportare in carcere i quasi 500 mafiosi messi ai domiciliari nei giorni dell’emergenza coronavirus (emendamento firmato da esponenti di spicco pentastellati quali Nicola Morra, Lannutti, Ricciardi, Giarrusso, Lezzi, Garruti, Coltorti, Corrado, Pavanelli e Guidolin). Un vero e proprio blitz che rialza l’età pensionabile dei magistrati. Di due anni per la precisione.
E Davigo, eccoci al punto, il prossimo 20 ottobre farà 70 anni, così dalla mezzanotte sarebbe tornato un semplice cittadino. Un pensionato, insomma, dopo 42 anni passati con la toga, così come previsto dalla legge voluta ai tempi da Matteo Renzi che abbassò da 70 a 72 il limite di età per i magistrati. E Bonafede avrebbe deciso: si torna al passato. Con un emendamento, come dice Repubblica, oppure con una vera e propria legge ad-hoc che sarebbe tutt’ora in stesura e che qualcuno afferma anche di avere già visto. Insomma, il ministro della Giustizia Bonafede si muove per “salvare” il magistrato-riferimento del M5s.
Ma non solo. La norma, inoltre, prevederebbe la possibilità per tutti i magistrati andati in pensione nel corso dell’ultimo anno di tornare alla poltrona che occuparono sino al 70esimo compleanno, a meno che non sia già stata occupata da altri nel frattempo. Tornando a Davigo, per inciso, aveva già manifestato la sua intenzione di restare al suo posto in Csm anche dopo la pensione, anche se non era chiaro se ciò fosse possibile da un punto di vista legale. A spazzare via i dubbi, però, ci pensa Bonafede…