Nessuno sgombero immediato per CasaPound. Spieghiamo cosa succede
Roma, 4 giu – Lo stabile di via Napoleone III numero 8 a Roma in questo momento è letteralmente preso d’assalto. Ma non dai mezzi delle forze dell’ordine e dai blindati, solo dai giornalisti a caccia di dichiarazioni. Urge un primo chiarimento: lo stabile denominato “CasaPound” non sta subendo alcuno sgombero. Quello che è certo invece è che Virginia Raggi ieri sera ha inaugurato la propria campagna elettorale, cercando di salvare il crollo di consensi portando a casa il punticino dello sgombero di CasaPound, sua ossessione fin dai primi giorni della sua amministrazione.
Ma questo sgombero c’è o non c’è?
Per capire le dinamiche in atto bisogna risalire a una settimana fa, quando Virginia Raggi scrive ai ministri di Economia e Difesa, Gualtieri e Guerini, per chiedere lo sgombero di CasaPound. Ovviamente la situazione era già “acchittata” come si dice a Roma: la Raggi sapeva benissimo che la Procura, probabilmente informando (se non addirittura concordando con) esponenti di governo dei 5 Stelle, si apprestava a notificare il sequestro preventivo, con riferimento al reato di occupazione abusiva, dell’immobile di via Napoleone III numero 8. Notizia, quella dell’imminente notifica del provvedimento, che la Procura ha fatto uscire solo poche ore fa. Sta di fatto che ad oggi, mattinata del 4 giugno 2020, il provvedimento di sequestro ancora non è stato notificato.
I 5 Stelle ci mettono sopra il cappello
Perché allora ieri tanto chiasso? Perché è uscito un lancio di agenzia dell’AdnKronos che parlava di un incontro informale svoltosi tra i rappresentanti della Questura di Roma e i vertici di CasaPound, che “a voce” sarebbero stati informati “dell’imminente sgombero”. A quel punto il viceministro dell’Economia, la 5 Stelle Laura Castelli, e il sindaco di Roma, Virginia Raggi, si sono affrettate, in pieno stile pentastellato, a rivendicare mediaticamente la vittoria. “Finalmente qualcosa si muove sullo sgombero del palazzo occupato abusivamente da Casapound in centro a Roma. Ripristiniamo la legalità”, twitta il primo cittadino, “appena saputo che è stato ordinato lo sgombero da Via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilisce la legalità“, twitta la Castelli, taggando la Raggi.
Insomma i 5 Stelle mettono il marchio sull’operazione, rincorrendo mediaticamente il “buco” della Questura di Roma, dopo che qualcuno nel tardo pomeriggio di ieri ha spifferato la notizia dell’imminente provvedimento all’AdnKronos. E’ per questo che ieri sera la Questura di Roma si è affrettata a smentire l’incontro – che invece c’è stato – per cercare di ripagare al “torto mediatico” fatto alla Procura di Roma che doveva decantare le lodi del Gip e ai 5 Stelle che dovevano trarne beneficio politico. Insomma dinamiche che non si discostano molto dai pasticci dei vari Casalino e alla comunicazione rabberciata di questo governo. E’ lo stile 5 Stelle.
E adesso cosa succede?
Ma quindi adesso cosa succede davvero? Succede che verrà semplicemente notificato un atto ai responsabili di CasaPound, in riferimento al sequestro preventivo dell’immobile. Questo cosa comporta? Che in poche ore arriveranno i blindati e Roma verrà messa a ferro e fuoco? Probabilmente no, accadrà che lo stabile di via Napoleone III balzerà in avanti nella graduatoria stilata dal Comitato per l’ordine e la sicurezza. A Roma ci sono più di 80 immobili occupati abusivamente, 23 sono da sgomberare in via prioritaria perché interessati da procedimento giudiziario. Tra i casi elencati sul sito del ministro dell’Interno si legge che tra questi rientra il “sequestro preventivo”. Insomma CasaPound balza in avanti nella classifica, insieme ad altri 23 immobili da sgomberare. Ma, almeno per il momento, non c’è uno sgombero immediato all’orizzonte. Bisognerà capire quanto la pressione politica dei 5 Stelle, nel disperato tentativo di tirare fuori dall’abisso di consensi Virginia Raggi in vista della campagna elettorale romana, potrà fare in tal senso per portare “il punto a casa”.
Davide Di Stefano