Il sonno delle opposizioni genera Pappalardo
Roma, 3 giu – Parliamoci chiaro: l’opposizione non sta facendo la vera opposizione. Spiace dirlo, ma è così. In caso contrario, non avrebbe riscosso tanto successo mediatico la protesta portata avanti da Antonio Pappalardo, figura folcloristica e francamente imbarazzante. Che il fenomeno dei gilet arancioni sia destinato al fallimento è ovvio, ma comunque è esploso anche perché il centrodestra ha sciaguratamente deciso di disertare le piazze. Una strategia incomprensibile, la cui inefficacia è emersa anche dalla manifestazione di ieri, peraltro depotenziata rispetto ai propositi iniziali. «Siamo qua per risolvere i problemi, non per protestare», ha dichiarato Matteo Salvini alla stampa. Ma appunto, se non è l’opposizione parlamentare a farla, la protesta non potrà che esprimersi attraverso altri canali. Tra cui, purtroppo, c’è anche il canale arancione dell’ineffabile Pappalardo.
Pappalardo pompato ad arte dai media
Intendiamoci: il baraccone dei gilet arancioni è stato pompato ad arte dalla stampa filogovernativa con il chiaro obiettivo di squalificare tutte le altre proteste che sono andate in scena in queste settimane. Dai medici che hanno voltato le spalle a Montecitorio fino alle mascherine tricolori, che hanno portato nelle piazze italiane migliaia di commercianti, ristoratori e negozianti messi in ginocchio dalla serrata generale – i media mainstream hanno fatto finta di niente, anche perché l’opposizione non ha offerto loro un appoggio. Hanno fatto finta di niente finché, appunto, non è arrivato Pappalardo con le sue truppe pagliaccesche e indisciplinate. Solo allora è partita la grancassa dei megafoni del potere, che hanno fatto un vergognoso miscuglio delle varie proteste, usando i gilet arancioni come vetrina per disinnescare l’opposizione reale e fornire un assist al traballante governo Conte.
L’opposizione deve avere più coraggio
Insomma, il centrodestra non ha mostrato coraggio: per non sbagliare, si è limitato a fare il compitino dell’«opposizione responsabile». Il problema è che la società italiana è in fermento, tra crescita esponenziale della disoccupazione e aumento della povertà assoluta. Una bomba sociale che potrebbe presto esplodere, a meno che il «fronte sovranista» non si decida a farsi portavoce credibile di tanto disagio. Per incanalarlo nei giusti binari e mostrare che la nazione non ne può più di Conte e del governo più raccogliticcio della storia. E poco importa che tutto ciò, probabilmente, non porterà alla caduta dei giallofucsia. Ma di certo metterà parecchia pressione alla maggioranza, che si troverà di fatto con le spalle al muro. E del resto, si sa, chi si ritrova con le spalle al muro inizia a innervosirsi, e chi è nervoso commette errori. E gli errori, com’è noto, a volte possono essere fatali.
Valerio Benedetti