Dallo stress, ad ansia e paura: così il Covid-19 “colpisce” la mente

La pandemia di nuovo coronavirus ha messo in ginocchio il mondo intero. Ma oltre alla scia di morte e malessere fisico che ha lasciato dietro di sé il Covid-19, in molti casi sono stati riscontrati anche problemi psicologici legati alla pandemia e alla quarantena.

Il virus “colpisce” la mente

L’epidemia causata dal Sars-CoV-2 ha provocato conseguenze anche alla salute mentale delle persone, sia di quelle colpite dalla malattia, che di quelle sottoposte alle misure restrittive.

Fin da subito, sono stati effettuati studi e sondaggi, per cercare di capire in che modo le persone stavano reagendo alla difficile situazione in cui l’emergenza legata al nuovo coronavirus ha spinto milioni di persone. Il Ministero della Salute ha sottolineato che “la paura, la preoccupazione, l’incertezza e i fattori di stress costanti nella popolazione durante l’epidemia di Covid-19 possono portare a conseguenze a lungo termine all’interno della comunità, della famiglia e degli individui”. Anche un sondaggio condotto dall’Ordine degli psicologi italiani ha sottolineato il bisogno di un supporto psicologico da parte dei cittadini. Infatti, il 62% degli italiani aveva fatto presente la necessità di un aiuto per tornare alla normalità, dopo i mesi di lockdown. Non solo: 8 italiani su 10 ritengono che lo psicologo possa aiutarli a gestire questa nuova fase. “Sicuramente è possibile che la quarantena e la pandemia provochino danni psicologici”, ha confermato al Giornale.it la psicologa psicoterapeuta Marta Longoni. E questo non vale solo per persone già precedentemente gravate da disturbi psicologici: “anche persone che fino a quel momento non hanno manifestato particolari disturbi o problemi, possono sperimentare difficoltà”, ha precisato l’esperta, portando ad esempio l’insonnia, un disturbo evidenziato da molte persone durante la quarantena.

Gli effetti psicologici del Covid-19

Ma quali sono gli effetti psicologici che può causare, direttamente o indirettamente, il nuovo coronavirus? Secondo un’analisi pubblicato su The Lancet, che ha preso in considerazione diversi studi effettuati in 10 Paesi sulle emergenze sanitarie precedenti (Sars, Mers, Ebola), una pandemia può portare stress, ansia, scarsa concentrazione, paura immotivata, frustrazione e noia. Gli studiosi hanno sottolineato come una lunga quarantena possa portare a “problemi di salute mentale, sintomi post-traumatici da stress, comportamenti di evitamento e rabbia”. Inoltre, l’emergenza sanitaria può far nascere la paura di essere infettati e contagiare i propri cari. “Il confinamento, la perdita della solita routine e il ridotto contatto sociale e fisico con gli altri hanno spesso dimostrato di causare noia, frustrazione e un senso di isolamento dal resto del mondo, il che è stato angosciante per i partecipanti”, si legge ancora nello studio di The Lancet.

Disturbi analoghi sono stati osservati in questo periodo, nel corso dell’emergenza derivata dal Covid-19: “Si è riscontrato un aumento notevole di problemi psicologici legati in modo più o meno diretto al virus”, ha spiegato la psicologa Marta Longoni. Più precisamente, le persone hanno sviluppato paure legate alla malattia, che “possono talvolta diventare irrazionali o eccessive”. Altri disturbi in aumento durante l’emergenza Covid-19 sono “pensieri negativi, stress, ansia, depressione, disturbi del sonno, rabbia e violenza intrafamiliare”. In alcuni casi, inoltre, è stata riscontrata una “sensazione di impotenza nel proteggere i propri cari e paura di perderli a causa del virus e un senso di colpa e responsabilità per chi pensa di poter essere fonte di contagio”, come per esempio i lavoratori in prima linea.

Un altro studio dell’European College of Neuropsychopharmacology (Ecnp) ha evidenziato come il Covid-19 possa portare a “molteplici conseguenze gravi per la vita delle persone e la loro salute mentale”. In particolare, i ricercatori hanno “sottolineato che l’angoscia e l’ansia sono normali reazioni a una situazione minacciosa e imprevedibile come la pandemia di coronavirus. Le possibili reazioni correlate allo stress in risposta alla pandemia di coronavirus possono includere cambiamenti di concentrazione, irritabilità, ansia, insonnia, riduzione della produttività e conflitti interpersonali”.

Le categorie più a rischio

Per quanto riguarda l’insorgere di effetti psicologici legati alla pandemia “sicuramente alcune categorie di persone sono più a rischio di altre”, ha sottolineato l’esperta al Giornale.it. Anche i ricercatori dell’Ecnp avevano confermato che il quadro di stress e ansia riconducibile alla situazione attuale “si applica in particolare ai gruppi più direttamente colpiti” dall’emergenza.

Tra questi, ci sono bambini e adolescenti, in cui “l’isolamento, unito alla mancanza di routine e di ritmi regolari” ha avuto un impatto importante “sul loro comportamento”: “Relegati in casa molto spesso, con uno stile di vita improvvisamente sedentario e annoiato, potrebbero incorrere nella dipendenza dall’uso di dispositivi digitali- spiega la psicologa- Ascoltando i genitori, essi evidenziano un aumento della rabbia nei loro figli, di capricci nei più piccoli e difficoltà ad addormentarsi”. Un’altra categoria maggiormente a rischio è composta dagli anziani: “A causa delle limitazioni molti di loro si trovano ancor più soli ed isolati di quanto avviene normalmente”. Per questo, secondo quanto suggerisce Marta Longoni, “è fondamentale mantenere i contatti con i familiari”.

I sintomi più seri a livello psicologico sono stati riscontrati nel personale sanitario, che è in prima linea nella lotta al nuovo coronavirus. Per alcuni medici e molti infermieri “si parla di vero e proprio Disturbo post traumatico da stress, legato a quanto sperimentato nei giorni concitati dell’emergenza”. Infatti, “chi lavora negli ospedali e nelle terapie intensive, in particolare, si è trovato sottoposto, oltre che a ritmi di lavoro serrati, ad un carico emotivo e psicologico enorme”. Infine, l’esperta ha indicato come soggetti ad alto rischio anche “le persone con disturbi psichiatrici, per le quali la gestione dell’isolamento è stata spesso complessa e molto delicata”.

Cosa si può fare?

Lo studio pubblicato su The Lancet suggerisce degli accorgimenti che potrebbero adottare i governi dei vari Paesi in situazioni simili, per evitare che l’emergenza possa causare problemi psicologici. “La quarantena- sottolineano gli studiosi-ha un notevole impatto psicologico per le persone colpite”: per questo, secondo gli scienziati, bisognerebbe cercare di mettere in atto un isolamento che sia il più corto possibile. Inoltre, le autorità dovrebbero fornire informazioni adeguate e provvedere ai bisogni di prima necessità dei cittadini, per evitare l’insorgere di paure ingiustificate. Uno studio ha suggerito anche di disporre una “linea di assistenza telefonica, gestita da infermieri psichiatrici, istituita appositamente per coloro che sono in quarantena”, così da fornire un supporto a distanza.

La psicologa Marta Longoni ha dato alcuni suggerimenti, utili per affrontare al meglio l’emergenza creata dal Covid-19. Per ricominciare la vita quotidiana dopo il lockdown potrebbe essere utile “riscoprire le proprie risorse e il proprio tempo, dedicando a noi stessi attenzioni che, forse, avevamo perso. Dedicarci a quello che ci piace e che è importante per noi: leggiamo, ascoltiamo musica, cuciniamo, curiamo il nostro giardino”. In secondo luogo, potrebbe essere utile anche “costruire una routine quotidiana, dando importanza ai piccoli momenti. Questo è molto importante per i bambini, ma anche per tutti noi. Avere una struttura dentro cui organizzarci e gestirci ci aiuta a sprecare meno energie e ci semplifica la vita”. Fare attività fisica e diminuire l’esposizione agli apparecchi digitali sono altre possibili azioni utili per affrontare gli effetti psicologici del Covid-19 e dell’emergenza in generale. Per evitare di cadere nella paura, è fondamentale anche selezionare le notizie senza “cedere ad allarmismi che aumentano l’ansia e il malessere”. Infine, è importante dare ascolto alle proprie emozioni, ma senza “farsi guidare da esse o dai nostri pensieri negativi. Se abbiamo la sensazione di essere sopraffatti o di sperimentare un disagio troppo grande, valutiamo la possibilità di chiedere aiuto professionale”.

Il nuovo coronavirus non ha causato solamente conseguenze fisiche nei malati, ma ha “colpito” anche la mente dei pazienti affetti da Covid-19 e anche di tutti coloro che sono stati sottoposti alle misure restrittive e che hanno visto la propria vita cambiare da un momento all’altro. Dallo stress, all’ansia, fino alla paura irrazione, sono molti gli effetti psicologici dell’emergenza sanitaria sulla popolazione, che ora dovrà affrontare la nuova quotidianità della riapertura.

il giornale.it

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