Zangrillo contro i virologi da tv: «Basta terrorismo. Clinicamente il virus non esiste più»
Basta con la dittatura dei virologi. A sostenerlo non sono i bottegai dissanguati dal coronavirus e neppure i pericolosi negazionisti dell’epidemia, ma un illustre medico impegnato impegnato quotidianamente sul fronte della tutela della salute dei cittadini come Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi ha detto la sua negli studi Mezz’ora in più su Rai3. E si può scommettere che le sue parole non passeranno inosservate. Soprattutto perché illuminano l’emergenza sanitaria da un’angolazione tutt’altro che apocalittica.
Zangrillo dirige la terapia intensiva al San Raffaele
Il mirino del professore inquadra soprattutto i virologi da tv, ormai star incontrastate di tg e talk show. «Sono tre mesi – lamenta Zangrillo – che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero. Siamo passati da Borrelli a Brusaferro e tutti questi cos’è che hanno portato? A bloccare l’Italia, mentre noi lavoravamo». Il professore sa di che cosa parla. È il direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano. Il virus lo vede da vicino, e tutti i giorni. «Noi – aggiunge – chiediamo di poter ripartire velocemente, perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Non ce ne frega del campionato o delle vacanze ma dobbiamo tornare a un Paese normale».
«Tornare subito alla normalità»
E per Zangrillo esistono già ora le condizioni perché si possa tornare ad avere una vita normale». È l’evidenza a dirlo. «I nostri pronto soccorso e reparti di terapia – sottolinea – intensiva sono vuoti». I virologi affermano l’esatto contrario. «Un mese fa – dice ancora Zangrillo – abbiamo sentito in tv un professore di Boston, Vespignani, condizionare le scelte del governo dicendo che andavano costruiti 151mila posti di terapia intensiva. Domani uscirà un editoriale a firma mia e del professor Gattinoni, in cui diciamo perché questo non va bene ed è una frenesia» utile solo a «terrorizzare il Paese». Tanto più, ricorda, che Mers e Sars, le due precedenti epidemie, sono «scomparse per sempre». Nulla vieta «che capiti anche ora». «Non vedo perché – ha concluso l’esperto -, avendo due scelte, dobbiamo utilizzare quella che ci fa più male».