Luca Palamara, il Pd Ermini e Davigo: “Il golpe delle toghe rosse”, tutte le manovre dei magistrati
Dalle chat e dagli sms intercettati dagli investigatori di Perugia emergono accordi, sondaggi, cene per spianare la strada a David Ermini verso la nomina di vice presidente del Csm. Lo scrive Il Giornale, che rivela altri retroscena con al centro l’ex responsabile giustizia del Pd: in particolare a destare interesse è la cena a casa di Giuseppe Fanfani con Palamara, il deputato dem Cosimo Ferri (ora Iv) e il collega renziano Luca Lotti. Un incontro che testimonia le manovre tra le correnti della magistratura per accaparrarsi i posti al vertice.
Il Giornale lo definisce “il golpe delle toghe rosse” e si sofferma soprattutto su marzo 2020, periodo della nomina più importante, quella alla procura di Roma per cui tanto brigavano Palamara e compagni: “Piercamillo Davigo, che in commissione aveva votato Marcello Viola di Mi, si sposta su Michele Prestipino, il candidato di Area. Le rivelazioni del trojan inserito nel cellulare di Palamara – si legge su Il Giornale – e dopo la perquisizione il sequestro dell’apparecchio con tutte le sue chat, fanno saltare l’operazione congegnata con Ferri per la nomina di Viola. E il nuovo fronte di sinistra, grazie allo scandalo, può tornare al potere. Davigo ora è nella sezione disciplinare che ‘processerà’ il pm, sospeso dal Csm”
Anche il Quirinale viene lambito dallo scandalo, dato che in diverse chat compare il nome di Stefano Erbani, consigliere giuridico del presidente della Repubblica ed esponente di Area. “Ferri lo cita a Palamara – si legge su Il Giornale – tra le fonti che confermerebbero l’uso di un trojan per ascoltarli (Erbani ha smentito) ma un presunto attivismo nel Csm per nomine e manovre varie risulta anche dalla chat con Palamara di Valerio Fracassi, capogruppo di Area a Palazzo de’ Marescialli”. È al Csm anche Giuseppe Cascini, leader del gruppo di Area, che con Palamara ha gestito la giunta dell’Anm dal 2008 al 2012: entrambi erano impegnati sul fronte anti-berlusconiano. Tra l’altro Casini è tra i pm di Roma che trasferirono a Perugia le carte su Palamara: carte in cui compare anche il suo nome quando si parla di pressioni su Calaiocco affinché abbandoni la corsa a procuratore aggiunto di Roma per far rnominare Cascini. Il quale naturalmente ha smentito ogni commistione o scambio di favori, ma non è apparso particolarmente convincente.