La Azzolina parla a slogan, il ritorno a scuola diventa una barzelletta. Rabbia e proteste
«Poche e semplici regole per il rientro a scuola». La Azzolina crede di cavarsela con le solite frasi di circostanza, a metà tra gli slogan e il vuoto assoluto. Il metro di distanza in classe, le mense, gli ingressi, la presenza dei genitori: a parole tutto è facile. Nei fatti è un inferno. Si finge di non sapere come sono gli istituti scolastici, quanto sono piccole le aule (tranne alcune eccezioni). E tra l’altro non è stato mosso ancora un dito per la sanificazione.
I ritardi della Azzolina
La Azzolina è in grande ritardo. Aspettava le regole. Ora le sono arrivate. Tutte prevedibili, tutte generiche. Un’attesa lunga per partorire il classico topolino. Fatto sta che gli spazi per attuarle non ci sono. E arrivano le proteste. Già ha preso il via la mobilitazione in piazza in diverse città italiane. Genitori, maestre, insegnanti e studenti hanno chiesto la riapertura delle scuole «a settembre, in sicurezza, in presenza e in continuità», mettendo fine alle lezioni online «che sono discriminatorie».
La politica delle “buone intenzioni”
Una beffa, quella del governo. È la politica delle “buone intenzioni” che non ha il minimo riscontro nella realtà. Da barzelletta garantire il distanziamento in classi dovre gli studenti sono uno accanto all’altro, tipo sardine. Bisognerebbe “ricostruire” gli edifici quando non ha ancora avuto inizio neppure la sanificazione. «La pulizia, l’igiene e la sanificazione delle scuole sono un vero argomento tabù per il governo». Ad affermarlo è l’Anip, l’associazione imprese di pulizia. «Ancora fatica a sciogliere i nodi sulla ripartenza delle lezioni a settembre, data su cui si staglia ancora la pesante ombra della pandemia».
La protesta delle imprese di pulizia
Il discorso è rivolto alla Azzolina. «Da tempo chiediamo di fare chiarezza sul tema dell’internalizzazione dei servizi di pulizia. Il tuto, a seguito del concorso di marzo 2020 che ha assunto 11mila bidelli già in forza ai soggetti appaltatori». «La procedura ha escluso 5mila persone rimaste senza lavoro, anche se è previsto un nuovo concorso per ristabilire la platea di 16mila addetti che lavoravano negli appalti».
Azzolina e il pasticcio della sanificazione
Il pasticcio «porterà ad avere, forse, lo stesso numero di operatori assunti nella stagione degli appalti. Ma con contratto a ore dimezzate e con mansioni non ancora chiarite. Una approssimazione grave, vista la necessità di far riaprire le 40mila sedi scolastiche attraverso una poderosa attività di sanificazione».
I “bidelli di Stato”
Verrà espletata dai “bidelli di Stato”? «Questa domanda vorremmo rivolgerla al ministro Azzolina. Temiamo che il “back to school” sarà incerto sotto il profilo igienico-sanitario», è l’allarme che lancia l’Anip. Le preoccupazioni non sono solo nostre, ma anche di chi la scuola la vive più di tutti».
«La Azzolina ha fallito in partenza i suoi obiettivi»
«Il decreto scuola ha già fallito in partenza i suoi obiettivi. Non garantisce né la regolare conclusione dell’anno scolastico in corso né il regolare avvio del prossimo. 200mila sono le cattedre scoperte e gli insegnanti precari restano sospesi in attesa del concorso». Lo afferma la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.
Il marchio ideologico della sinistra
La Azzolina non ha sciolto i nodi. «La didattica a distanza ha creato enormi disparità tra gli studenti. Non hanno previsto nulla per annullare il gap digitale a settembre. La confusione regna sovrana sulle modalità della ripartenza, restando in piedi l’ipotesi cervellotica dei ragazzi divisi tra chi sta in classe e chi resta a casa». E non poteva mancare il marchio ideologico delle sinistre, che in questo marasma totale hanno pensato bene di cancellare i voti per tornare ai giudizi nella scuola primaria.