La Raggi scrive a Gualtieri e Guerini per dire una cosa nuova: “Sgomberiamo CasaPound”
Roma, 28 mag – Porterò con me CasaPound nella tomba. Sembra essere un po’ questo il sentiment di Virginia Raggi, che le tartarughe frecciate se le sogna anche di notte. Perché ormai la querelle “sindaca” vs CasaPound è arrivata all’atto numero mille e qualcosa. Non si contano più le volte che la Raggi ha invocato lo sgombero dello stabile di via Napoleone III, un’ossessione degna di Catone il Censore, che terminava ogni discorso in Senato con “Carthago delenda est”. La differenza è che l’antico magistrato romano aveva ragione, Virginia no. Perché nel disastro dell’amministrazione capitolina, l’attenzione morbosa che il sindaco riserva a CasaPound assume i connotati di una vera e propria ossessione. Viscerale e individuale, più che politica.
La lettera della Raggi ai ministri Pd
Sì perché Virginia Raggi è estremamente tollerante con le occupazioni rosse, con le quali prima di diventare sindaco di Roma ha anche collaborato, mentre indossa la maschera dell’oltranzista legalitaria draconiana quando davanti a sé vede l’immagine della tartaruga. L’ultimo atto di Virginia è stato quello di scrivere ben due lettere, una indirizzata al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, un’altra al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per chiedere lo sgombero non solo dello storico stabile di via Napoleone III, ma anche di Area 121 a Ostia, alcuni stabili abbandonati da decenni di proprietà del ministero della Difesa nei quali hanno trovato rifugio alcune famiglie italiane colpite dalla crisi connessa al Covid-19. Ecco il perché della lettera inviata anche a Guerini.
Perché Virginia si scorda sempre dell’ex colonia Vittorio Emanuele?
Tanta solerzia da parte di Virginia potrebbe essere motivata dalla contestazione, che alcuni commercianti insieme al consigliere di CasaPound, Luca Marsella, le hanno riservato nella sua ultima “gita” ad Ostia. E’ evidente che quello di Virginia sia ormai un fatto personale. Perché pretendere lo sgombero di due strutture, una di proprietà del demanio e una della Difesa, quando invece proprio ad Ostia esiste l’occupazione dell’ex colonia Vittorio Emanuele che ospita centinaia di immigrati clandestini, che è di proprietà proprio del Comune di Roma, alla quale lo stesso Campidoglio paga le utenze? Un’occupazione all’interno della quale è stata trovata anche della droga e che genera senza dubbio più degrado degli stabili occupati da poche decine di italiani in via delle Baleniere.
Insomma Virginia vuole chiudere in bellezza: portare a casa il risultato dello sgombero di CasaPound. Purtroppo però il sospetto è che l’ossessione della “sindaca” non produrrà risultati, ma solo l’ennesimo fallimento politico.
Davide Romano