I 90 anni di Eastwood, idolo della destra. La sinistra si tenga Clooney
Clint Eastwood è l’icona della destra, George Clooney capeggia la “resistenza” della sinistra a Hollywood, soprattutto contro Donald Trump.
Ma di fronte al genio-cowboy che da decenni imperversa nel ruolo di attore e di regista, non c’è steccato politico che tenga. Se i ragazzi di diverse generazioni e di tutto il mondo si sono cimentati nella simulazione di sparatorie da selvaggio west nei salotti di casa come nei cortili, è probabilmente perché avevano appena visto un film di Clint Eastwood. Che si prepara a un importante compleanno.
I 90 anni di Clint Eastwood
Tra pochi giorni quel cowboy, l’Uomo Senza Nome di Sergio Leone, dall’iconico sguardo di ghiaccio, compirà 90 anni, essendo nato il 31 maggio del 1930 a San Francisco. Una carriera la sua, da ‘Per un pugno di dollari’ a ‘Million Dollar Baby’, che lo ha visto diventare l’antieroe americano per eccellenza. Eppure la sua è una storia improbabile. Clint Eastwood Jr. era uno studente normale con pochi interessi oltre la musica.
Quando ottenne il primo lavoro come attore, fu trasformato velocemente nello stereotipo del tipo bello e noioso, più adatto alla tv, dove ottenne comunque un discreto successo nella parte di Rowdy Yates, il compagno di Eric Fleming nello show western ‘Rawhide’. Lavorare a lungo alla stessa produzione può soffocare la vita di un attore, e sette stagioni dopo Eastwood si ritrovò alla ricerca disperata di un cambiamento, arrivando anche a registrare un album di ‘Cowboy Favorites’. Ma fu la decisione di girare un western in Spagna, diretto da un italiano, Sergio Leone, che ancora non parlava inglese, a cambiare la sua carriera.
Il grande successo con Sergio Leone
Il cambiamento, però, non arrivò all’improvviso. Sebbene ‘Per un pugno di dollari’ riscosse successo immediato in Europa, negli Stati Uniti la distribuzione fu bloccata per via della causa legale in corso tra Leone e Akira Kurosawa, che aveva scritto a Leone congratulandosi con lui per aver copiato il suo ‘Yojimbo’. Mentre la causa si faceva largo attraverso l’intricato sistema legale italiano, Eastwood e Leone ebbero il tempo di girare altri due film.
Una volta risolta la disputa, ‘Per un pugno di dollari’, ‘Per qualche dollaro in più’ e il ‘Il Buono, il brutto e il cattivo’ erano pronti per essere rilasciati nello stesso anno, e lo Spaghetti Western divenne il fenomeno grazie al quale Eastwood abbandonò per sempre il personaggio di Rowdy Yates.
A questo punto però, il cowboy dallo sguardo freddo aveva trentasei anni e andava di fretta. Nonostante il suo nuovo potere da star, si ritrovava ancora ad interpretare ruoli secondari affiancando attori più affermati – in ‘Dove osano le aquile’ con Richard Burton e ‘La ballata della cttà senza nome’ insieme a Lee Marvin – ma dagli anni
Settanta, in collaborazione con la sua nuova fonte d’ispirazione creativa Don Siegel, Eastwood avrebbe esteso la sua gamma di antieroi americani: dal soldato ferito de ‘L’inganno’ al poliziotto quasi fascista in ‘Dirty Harry’.
L’impegno nei film polizieschi
Con gli anni ’80, Eastwood dimostra un’astuta comprensione del divario tra la sua persona e le fragilità che questa nascondeva. Guardando Bronco Billy è possibile vedere Eastwood smontare il personaggio da cowboy per poi evidenziarne i tratti più intimi. O ‘Corda Tesa’, in cui il suo poliziotto sessualmente deviante rimane coinvolto nella caccia a un serial killer. Per Eastwood, nato il 31 maggio del 1930, l’età cominciava ad essere un fattore ma, invece di rinnegarla, la rese uno dei suoi punti di forza, come in ‘Honkytonk Man’ del 1982, forse una delle sue interpretazioni migliori.
È stato come regista, però, che ha iniziato a produrre i film più audaci, spesso in contrasto con la sua personalità pubblica degli anni ’80. Il costante amore per il jazz ha alimentato il film biografico su Charlie Parker ‘Bird’, il primo ad ottenere il plauso della critica. ‘Gli Spietati’ trionfò agli Oscar del ’92 ed ottenne immediatamente lo status di classico. Seguiranno altri film: ‘Mystic River’, ‘Million Dollar Baby’, ‘Bandiere dei nostri padri’ e ‘Lettere da Iwo Jima’. Più recentemente, passando anche per ‘Sully’ e ‘American Sniper’, il Clint regista sembrerebbe intento ad esplorare e decostruire le nozioni di eroismo americano.
I pochi passi falsi dell’attore
Ci sono state anche decisioni infelici come ‘Hereafter’ o il musical ‘Jersey Boys’, ma silenziosamente Eastwood ha costruito una filmografia imponente, eclettica, contenente molti classici della storia del cinema. E questo dal ragazzo che una volta Sergio Leone descrisse come avente due espressioni: con cappello e senza cappello. Ma Clint Eastwood ha fatto molta strada dal cowboy della TV o dal poliziotto sporco. Come attore, ha il suo posto nella storia da icona di un genere intramontabile e come regista, per longevità e successo popolare, è nell’Olimpo di Hollywood con artisti
del calibro di Steven Spielberg e Martin Scorsese.