Schifo generale, la magistratura non può ridursi così
Alzi la mano chi non prova schifo leggendo le cronache su certa magistratura: intercettazioni incredibili, relazioni pericolose. È tempo di porre un argine ai comportamenti troppo superficiali e parziali di chi è chiamato ad amministrare giustizia.
E il voto di ieri su Salvini nella commissione presieduta da Gasparri può rappresentare l’inizio di una svolta. Se al Senato, sull’autorizzazione a procedere su un “reato” politico, prevarrà il coraggio, finalmente si potrà ricominciare ad affermare un principio. Se separazione dei poteri ci deve essere, valga anche per i rapporti personali. Basta con i collegamenti tra certa politica e certa magistratura. Perché non è così che si fa giustizia.
Lo schifo si abbatte sulla magistratura
Se abbiamo usato la parola schifo è perché è quella più adatta. Le parole al vento. Le prediche di chi razzola male. Nel caso Palamara – e non solo Palamara – c’è di tutto. Aggiungendoci pure le rivelazioni di De Magistris – “applausi se indagavo a destra, stop se lo facevo a sinistra” – vuol dire la conferma che siamo in mezzo ad un sistema malato. Lo avevamo percepito, potremmo dire.
Ma ora bisogna fare pulizia. Anche nella magistratura. Perché altrimenti qualunque cittadino si sentirà nel diritto di interrogare l’inquirente che avrà di fronte: e tu chi sei per farmi queste domande? Di chi sei sodale? Chi ti manda?
La forza della legge serve a garantire indipendenza alla funzione più alta, che è quella di giudicare altri. Ma se l’indipendenza è solo predicata e non praticata crolla tutto. Certo è che non con l’attuale ministro della giustizia che possiamo sperare in riforme vere e serie. Anche lui confida nelle protezioni. Persino politiche. È durata 24 ore l’indignazione per un volo di Stato tra Roma e Napoli che ci è costato diecimila euro. In treno bastava un’ora col freccia rossa. Vergogna Bonafede.
Di fronte ai giudizi espressi dal clan Palamara sull’allora ministro dell’Interno Salvini, ci saremmo aspettati una levata di scudi, a partire dal Quirinale oltre che da via Arenula e dal Csm. Stanno tutti annaspando. Perché si è superato ogni limite nella manifestazione di faziosità: “Ha ragione ma dobbiamo attaccarlo”. E il popolo italiano deve sopportare tutto questo?
Quello scambio con il Pd
La maggioranza parlamentare non è in grado di riformare alcunché ed è in difficoltà perché nei guai ci sta l’associazione magistrati da cui il Pd prendeva abitualmente direttive. E pretendeva impunità. Ora, può cambiare tutto.
Per l’opposizione può presentarsi la grande occasione di rappresentare un popolo davvero arrabbiato di fronte a ciò che legge. È distrutta ogni parvenza di indipendenza, tutto pare deciso dalle consorterie che si alleano di volta in volta.
E’ da decenni che sopportiamo tutto questo. Processi infiniti con troppa gente costretta a subire la gogna per accuse inconsistenti. E se ti azzardavi a replicare, arrivavano le querele sulle quali giudici giudicavano per conto di altri giudici. E si pagava sempre.
Se il Parlamento – per la maggioranza togadipendente che lo caratterizza – è incapace di porre fine allo scandalo della giustizia di parte, è semmai un motivo in più per far cessare la legislatura. La latrina nei palazzi di Giustizia non può durare oltre.