Tutte le frontiere “assediate”: l’assalto dei migranti all’Italia
Aumentano le partenze dalla Libia, non si fermano gli attraversamenti sul Carso triestino, tornano i respingimenti a Ventimiglia. Negli ultimi giorni le frontiere italiane sono state prese d’assalto. Sono 285 i migranti sbarcati tra sabato e domenica, stando ai dati diffusi dal Viminale.
Ma con la fine del lockdown e l’estate ormai alle porte i numeri potrebbero salire ulteriormente già a partire dalle prossime settimane. Soltanto negli ultimi due giorni almeno 400 migranti sono stati intercettati dalla Guardia Costiera libica mentre tentavano di raggiungere le coste italiane. A riferirlo è Safa Msehli, portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). I richiedenti asilo sono stati poi trasferiti in un centro di detenzione a Zawya, cittadina ad ovest di Tripoli.
Non si fermano gli sbarchi in Sicilia
In settanta, invece, ce l’hanno fatta. Sono quelli che domenica mattina, a bordo di un peschereccio di dieci metri, hanno raggiunto la marina di Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino. Alcuni testimoni all’inizio avevano parlato di 400 rifugiati. “Sono state viste tantissime persone che scappavano per le campagne circostanti”, aveva riferito il sindaco, Stefano Castellino. Una versione poi smentita dalle autorità, che oggi hanno disposto il trasferimento dei migranti, quasi tutti tunisini, a Taranto.
Quello di Palma di Montechiaro è l’ennesimo sbarco fantasma. Domenica altri 52 sono approdati sugli scogli di Linosa a bordo di una imbarcazione di medie dimensioni. Il giorno prima a Lampedusa erano sbarcati 47 tunisini. È di questa mattina, invece, la segnalazione di un barcone in pericolo con a bordo 91 persone. I migranti si trovavano a 35 miglia da Malta quando si sono messi in contatto con la linea della Ong Alarm Phone per richiedere un “salvataggio immediato”.
Anche a maggio i numeri del Viminale fotografano un aumento degli arrivi rispetto allo stesso periodo del 2019. Dall’inizio dell’anno sono 4.737 le persone giunte in Italia, contro le 1.490 dell’anno precedente. Di quelli approdati sulle coste siciliane nel finesettimana nove sono pure finiti in manette per aver fatto rientro nel nostro Paese dopo essere stati espulsi o respinti. Alcuni di loro dovevano scontare condanne per reati commessi all’interno dei confini italiani.
Altri 70 migranti intercettati sul Carso triestino
Continuano gli ingressi anche al confine italo-sloveno. Qui i migranti arrivano a piedi, zaino in spalla, dopo aver attraversato i Balcani, oppure stipati all’interno di auto o tir. I passaggi sono ripresi dalla fine di aprile, con l’inizio della fase due dell’emergenza sanitaria. In 70 sono stati bloccati alle porte di Trieste tra domenica e lunedì. In maggioranza afghani e pakistani, anche loro come gli altri verranno messi in quarantena nella tendopoli allestita al Campo Sacro, un ex campo scout sul Carso.
Il Sap, Sindacato autonomo di Polizia, parla di “rintracci quotidiani”. “L’ennesimo, dopo quello di ieri e dei giorni scorsi: una situazione che obbliga oggi una maggiore attenzione da parte del governo centrale”, denuncia in una nota il segretario provinciale di Trieste, Lorenzo Tamaro. Per il rappresentante di categoria “è fondamentale che si agevolino ed incrementino le pratiche di riammissione in Slovenia degli immigrati che entrano clandestinamente sul nostro territorio nazionale”. Ma secondo il prefetto, Valerio Valenti, i numeri non sarebbero “eccessivamente preoccupanti”. “È chiaro poi che possono anche intervenire fattori scatenanti: se ad esempio ne arrivano 200 in una sola giornata e non riusciamo ad attivare i meccanismi per accoglierli, allora il problema diventa serio”, ha aggiunto. Finora però, assicura, “il governo è molto attento”.
Non è d’accordo il vice sindaco di Trieste, Paolo Polidori. “La rete cittadina dell’accoglienza è messa a dura prova, soltanto i minori non accompagnati che il comune ha l’obbligo di prendere in carico nelle strutture della città sono 400, e ci costano un milione di euro al mese”, ci dice al telefono. “Da Roma – attacca – non arrivano indicazioni precise, la quarantena rende tutto più difficile e il sistema rischia di collassare da un momento all’altro perché i flussi non si fermeranno”. “In Bosnia – continua Polidori – i campi profughi sono stracolmi, si parla di almeno 10mila persone, so per certo che da lì si sono messi in marcia almeno in 500”.
L’arrivo dell’estate rischia di peggiorare le cose. “La Croazia fa il possibile per controllare le proprie frontiere, ma appena inizieranno a sbarcare i primi turisti la maggior parte degli agenti di polizia verrà spostata nelle zone di villeggiatura e il confine resterà sguarnito – aggiunge il vicesindaco – sono tutti fattori che non fanno prevedere miglioramenti da questo punto di vista”. La soluzione per lui sono i respingimenti. “Al confine con la Slovenia però non vengono fatti – denuncia Polidori – il governo ha paura, i militari sono pochi e i migranti una volta passato il confine si cambiano e buttano tutti gli oggetti riconducibili al Paese di provenienza”.
Tornano i respingimenti a Ventimiglia
A Ventimiglia, invece, i respingimenti da parte dei poliziotti francesi sono ricominciati. A denunciarlo qualche giorno fa, è stata la Caritas Intemelia, che parla di una ripresa del transito dei migranti, “soprattutto afghani”. Per ora i numeri sono esigui. Si parla di una decina di persone al giorno. Cifre che però potrebbero salire nelle prossime settimane. “Se continueranno gli sbarchi in Sicilia di conseguenza aumenteranno anche gli arrivi qui al confine, e poi non dimentichiamoci che ci sono anche gli ingressi dalla rotta balcanica, quelli non si sono mai fermati”, ci spiegano dagli uffici della Polizia di frontiera.
Il prefetto di Imperia, Alberto Intini, per ora è tranquillo. “Non mi sembra una situazione preoccupante, forse può esserlo in prospettiva”, dice raggiunto al telefono da ilGiornale.it. “Siamo sull’ordine dei 10 respingimenti al giorno da parte dei francesi, sabato sono arrivati una ventina di migranti alla stazione di Ventimiglia – fa sapere – dati che sono certamente in aumento rispetto all’ultima settimana”. “Ma – sottolinea – veniamo da un periodo di lockdown in cui gli arrivi sono stati zero”.
“Come hanno fatto ad attraversare l’Italia se gli spostamenti tra le regioni sono ancora vietati”, attacca invece il deputato leghista Flavio Di Muro. “Se continueranno a mancare i controlli e una gestione degli sbarchi – avverte – è inevitabile che presto assisteremo di nuovo alle scene che abbiamo vissuto in passato qui a Ventimiglia”. “L’annuncio della sanatoria voluta dalla ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova e l’inserimento nel decreto rilancio della possibilità di accogliere i richiedenti asilo nella rete SIPROIMI, quella degli ex Sprar, sicuramente stanno contribuendo a far aumentare il numero delle partenze”, ragiona il deputato della Lega.
Non è l’unico a pensarla così. “L’assalto fuori controllo all’Italia di migliaia di clandestini è un fatto gravissimo, conseguenza delle scellerate politiche sull’immigrazione del governo”, tuona il senatore di Forza Italia, Enrico Aimi. “I confini dell’Italia, che sono anche quelli dell’Europa, vanno presidiati e protetti – incalza – la situazione nazionale complessiva rischia di diventare irrimediabilmente esplosiva”.
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