Toghe rosse, il silenzio colpevole di Mattarella
Roma, 25 mag – L’Associazione nazionale dei magistrati è nel mirino di tutti. Dopo lo scandalo delle intercettazioni in cui Luca Palamara – al centro delle indagini per il mercato delle toghe, le nomine “spartite” in base alle correnti nella magistratura – dice che l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini “anche se ha ragione, va attaccato comunque”, tutti dicono che bisogna intervenire contro lo strapotere delle toghe rosse. Il ministro della Giustizia, il grillino Alfonso Bonafede, di recente graziato dai renziani sulla mozione di sfiducia al Senato, coglie l’occasione per distogliere l’attenzione e parla di riforma del Consiglio della magistratura da fare con urgenza. In tanti esprimono indignazione per il terremoto che sta scuotendo l’Anm, e intanto si sono già dimessi il presidente Luca Poniz e il segretario Giuliano Caputo. In molti sostengono che l’unica soluzione sia sciogliere la potentissima associazione delle toghe, dove le correnti si spartiscono le nomine e tutte insieme perpetuano il loro potere, che poi chiamano “indipendenza e autonomia della magistratura”. Ebbene, il punto è proprio questo: non è che nella magistratura ci sono correnti politicizzate che strumentalizzano la giustizia per fini politici; la magistratura è ormai un potere politico a sé. Ma da Mani pulite a oggi nessuno osa contrastarlo.
Mattarella dovrebbe intervenire ma per ora tace
La questione delle intercettazioni – e del sodalizio tra cronisti giudiziari e magistrati – seppur grave è marginale rispetto al fatto che la magistratura faccia politica senza che nessuno intervenga. Eppure qualcuno che dovrebbe intervenire c’è: il presidente del Consiglio superiore della magistratura, che è il capo dello Stato. A tutt’oggi Sergio Mattarella tace e il suo silenzio – se non verrà rotto – peserà più di qualsiasi altra intercettazione finita sui giornali. In tanti sostengono che il presidente della Repubblica deve intervenire e in molti pensano che si stia preparando a farlo. Nel frattempo emerge un quadro in cui tutti dicono tutto ma nessuno agisce. L’ex presidente dell’Anm Paniz ovviamente difende il silenzio del capo dello Stato: “L’equilibrio e la saggezza istituzionale mostrata sempre dal Presidente sono rassicuranti per tutti. Trovo sempre irrispettoso del ruolo del Presidente suggerirgli un intervento, o peggio la linea di esso”, dice intervistato dal Corriere della Sera.
Il partito giornalisti-magistrati
Intanto appare sempre più evidente che i magistrati politicizzati hanno dalla loro parte Marco Travaglio e il quotidiano da lui diretto, Il Fatto Quotidiano, che potremmo definire l’organo di partito delle toghe. Evocato anche nelle varie intercettazioni al centro delle indagini sul Csm – “Se mi dai buca chiamo Marco Travaglio” – , il giornalista è una potenza – tanto che Il Riformista lo definisce il vero ministro della Giustizia. Ci sono giornalisti che scrivono di cronaca giudiziaria e magistrati politicizzati che insieme incidono pesantemente proprio sulla politica, decidendo quale intercettazione pubblicare e quale no, quale esponente di quale partito proteggere o attaccare e quale no. E’ su questo che bisogna intervenire. E invece l’assordante silenzio di M5S e Pd sulla vicenda Anm la dice lunga sulla reale volontà di sciogliere questo sodalizio politici cronisti giudiziari-toghe (che per inciso condiziona anche la linea editoriale dei giornali).
Meloni (FdI): “A rischio Stato di diritto e democrazia”
Sul fronte delle opposizioni, Giorgia Meloni sottolinea che la vicenda degli attacchi a Salvini quando era ministro dà il polso di una situazione inaccettabile per una democrazia: “In una nazione in cui si parla di un’inchiesta contro un ministro perché è inviso e non perché si ritiene colpevole, si rischia che non ci siano più principi come quello della separazione dei poteri e lo Stato di diritto, e quindi la democrazia”, dice la leader di Fratelli d’Italia in una intervista alla Verità.
Craxi (FI): “Mercimonio indecente, l’Anm va sciolta”
“Emerge un mercimonio indecente in quella parte della magistratura che si è auto incaricata di moralizzare la società, emerge la volontà di utilizzare la giustizia come arma politica, in questo caso contro Salvini. Emerge anche una stampa che in modo vergognoso pubblica le intercettazioni, sono gli stessi strumenti utilizzati negli anni ’90 per scardinare un sistema politico. Rimane la resa indecorosa della politica. Bisogna restituire agli italiani una democrazia governante ma libera. L’Anm va sciolta“. Non ha dubbi Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, intervenuta ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. I parlamentari, sottolinea la Craxi, “vanno protetti da questi che sono attacchi politici. La cosa grave non è che si esprima una giudizio ma che si dica: Salvini va indagato comunque. E poi se c’è un’indagine in corso non deve finire sui giornali. In 30 anni in questo Paese non si è fatta una legge sulle intercettazioni. La magistratura ha un organo di autogoverno che è il Csm e che in questi anni su tanti scandali della magistratura non è stato capace di fare alcun che“, fa presente. “Credo che la politica debba indicare la strada, ammesso che ci sia ancora politica in questo Paese”, conclude l’esponente di FI.
Ostellari (Lega): “Liberare i magistrati che subiscono arroganza correnti”
“Solo la faziosità e la modesta cultura giuridica della maggioranza impediscono una riflessione che possa essere patrimonio di tutta la politica italiana, perché certi limiti e certe garanzie non sono di destra o di sinistra, ma appartengono a tutti i cittadini, che debbono poter esser giudicati imparzialmente. La speranza che nutriamo è che questa vicenda possa finalmente liberare tutti quei magistrati, e sono tanti, che subiscono l’arroganza delle correnti e i relativi criteri spartitori. Infine, una significativa assunzione di responsabilità è richiesta anche al legislatore che, in maniera oramai irrinunciabile, deve porsi su un percorso di riforma radicale della magistratura che ne rigeneri la funzione, la modernizzi e la avvicini ai reali bisogni dei cittadini”. Ne è convinto il senatore della Lega Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama.
Adolfo Spezzaferro