Tiburtina, i migranti sgomberati occupano già un altro palazzo
Sono iniziate questa mattina le operazioni di sgombero a ridosso del versante est della stazione Tiburtina, dove vivevano accampati circa 150 migranti. A dare per primi la notizia sono i volontari di Baobab Experience, l’associazione che da anni gestisce l’accampamento informale di piazzale Giovanni Spadolini.
“Siamo stati dimenticati e ignorati durante la fase 1 dell’emergenza Covid19, lasciati in strada senza tutela ed esposti al rischio di contagio, ora che il lockdown è finito, diamo di nuovo fastidio”, scrivono gli attivisti su Facebook. Ma il blitz era di quelli annunciati. Nei giorni scorsi, infatti, la tendopoli era stata teatro di diverse aggressioni. La più clamorosa ai danni di una troupe di Mediaset, bersagliata dagli stranieri con sassi e bottiglie di vetro.
Le criticità dell’area erano già state denunciate dai residenti che, alle nostre telecamere, l’avevano definita una vera e propria “terra di nessuno”. Risse e bivacchi sono aumentati durante il lockdown. Tanto che dopo le segnalazioni di decine di autisti era stato spostato anche il capolinea di diversi autobus. Insomma, la zona era diventata praticamente inaccessibile, fino all’epilogo di stamattina, quando i poliziotti del commissariato Sant’Ippolito hanno accompagnato 26 persone all’ufficio immigrazione per essere identificate. Sul posto sono intervenuti anche gli uomini della Polizia Locale e dell’Ama, che sta procedendo alle operazioni di bonifica dell’entrata della stazione.
Secondo i residenti però molti degli ospiti della tendopoli sarebbero riusciti ad allontanarsi poco prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Ed ora il timore è che l’insediamento possa riformarsi nel giro di qualche giorno. A denunciare il rischio dell’ennesimo “sgombero farsa” è il presidente del Comitato Beltramelli-Meda-Portonaccio, Fabrizio Montanini: “I cittadini mi hanno segnalato la presenza di alcuni stranieri con zaini in spalla che si aggiravano per le vie del lato est della stazione, soprattutto in largo Beltramelli”. “Seguiremo la situazione con attenzione – promette – per evitare che nella zona sorgano nuovi insediamenti, anche perché le forze dell’ordine non ci hanno saputo dire dove verranno ricollocati gli sgomberati”.
Stando a quello che segnalano dal Comitato Tiburtino Terzo Millennio, alcuni degli stranieri avrebbero già trovato riparo nei locali dell’ex Sprar di via del Frantoio. La denuncia arriva dal portavoce Marco Continisio: “Da quando si è sparsa la voce dello sgombero in piazzale Spadolini, abbiamo iniziato a notare un viavai di sospetto di stranieri carichi di buste e borsoni, la sensazione è che alcuni di loro si stiano trasferiti qui per eludere i controlli”. Dopo che il presidio umanitario ha chiuso i battenti, la palazzina di via del Frantoio sarebbe dovuta diventare un luogo di aggregazione per la borgata, ma il progetto è rimasto lettera morta. “Chiediamo che la struttura venga liberata e messa in sicurezza prima che la situazione diventi ingestibile”, è l’appello di Continisio. Lo sgombero della tendopoli dei migranti alla stazione TiburtinaPubblica sul tuo sito
Blitz come questo si ripetono da anni senza soluzione di continuità. Il più imponente è stato quello messo a segno dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, che nel 2018 aveva fatto tabula rasa della baraccopoli. “Di sgomberi ne abbiamo visti ormai tantissimi, lo Stato però non è mai riuscito a normalizzare il lato est della Stazione Tiburtina che è ormai residenza stabile di Baobab e dei suoi protetti”, spiegano dal Comitato Cittadini Stazione Tiburtina. “Anche lo sgombero di oggi fallirà, perché – prosegue la nota – uno sgombero può essere solo la fase 1 dove la fase 2 consiste nel far diventare la terra di nessuno uno spazio vivo e con funzioni che deve quindi essere organizzata dal Comune di Roma”.
Il versante est del secondo scalo ferroviario della Capitale è una promessa tradita. Doveva ospitare due grattacieli delle Ferrovie dello Stato, la sede nazionale dell’Istat e uno studentato della Sapienza, invece, si è trasformato in una zona franca. “Come cittadini abbiamo depositato da più di un anno un progetto di riqualificazione di tutta l’area ma il Comune di Roma ha scelto di violare lo Statuto di Roma Capitale che gli imponeva di valutarlo entro sei mesi dal deposito”, si lamentano dal Comitato.
“Quello a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi è vergognoso, la situazione in cui ha versato il piazzale dell’uscita laterale della stazione Tiburtina è andata sempre più peggiorando a causa del lassismo di chi pretende di governare la città”, commentano Maurizio Politi, capogruppo della Lega in Campidoglio, e Roberto Santoro, consigliere della Lega nel Municipio IV, che chiedono “a Raggi e al ministro Lamorgese un presidio di sicurezza stabile, che possa garantire ai cittadini che la situazione nell’area non si degradi nuovamente”.
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