“Zero contagi in Veneto”. La strategia dei tamponi a tappeto premia la Regione di Zaia

Roma, 22 mag – Buone notizie dalla Regione governata da Luca Zaia. «In Veneto, zero contagi» è l’annuncio del virologo Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova, e consulente per l’emergenza sanitaria di Luca Zaia.  Crisanti esprime grande soddisfazione nell’illustrare i risultati conseguiti in Regione: «Questo è il risultato di un lavoro che ha visto in prima linea la Regione, l’Università di Padova e l’Azienda Ospedale di Padova. Il merito va a tutte le persone che hanno lavorato giorno e notte per raggiungere questo risultato, e alla fine l’intuizione di cercare gli asintomatici ha pagato. Il modello Veneto funziona».

Un risultato frutto degli enormi sforzi compiuti: «Lo ‘zero’ è un bene prezioso da conservare con un comportamento virtuoso – prosegue il virologo – Il mio grazie a tutti quelli che ci hanno creduto, a chi ha rispettato le regole spesso dure delle precauzioni messe in atto per il contenimento dei contagi, confidando che questo importante traguardo non vada perso».

Il Veneto è quindi la prima Regione del nord a scorgere la tanto agognata luce in fondo al tunnel. Un risultato importante, dal momento che proprio in Veneto si era registrata la prima vittima del Covid-19, il 21 febbraio scorso: Adriano Trevisan, 78 anni, morto a Vò Euganeo mentre proprio in quei giorni, Codogno in Lombardia diventava zona rossa insieme ad altri 9 comuni del Lodigiano. Proprio a Vo’ le misure di contenimento a hanno dunque diminuito l’infezione di un valore compreso tra l’89% e il 99%. Grazie agli sforzi di questi mesi la regione è ora in grado di buttarsi alle spalle questo triste primato, fermandosi a 19.038 i casi positivi con 1841 decessi totali dall’inizio dell’epidemia.

Le ultime cifre diffuse dalla Protezione civile, alla data del 21 maggio 2020, fanno segnare una netta diminuzione dei contagio. In Veneto, gli attualmente positivi sono 3247 (-259) e 13.938 i guariti dalla malattia (+240). Sono 3210 i cittadini rimasti confinati in isolamento domiciliare (-240). I tamponi effettuati ammontano a un totale di 536.798, – +12.000 test nell’arco delle ultime 24 ore.

La politica della Regione, quindi, ha pagato. Lo dimostra anche uno studio condotto dal professor Crisanti, che ha visto la partecipazione dell’Imperial College di Londra e uno statistico dell’università di Oxford: nella ricerca viene sottolineata l’importanza delle misure di distanziamento sociale e soprattutto l’efficacia del metodo di tracciamento dei casi mediante l’esecuzione di tamponi a tappeto, associato al tempestivo isolamento dei positivi. Ciò ha permesso all’indice riproduttivo del virus R0 – riferito al numero di individui che ogni positivo infetta – di passare dal valore di 3, registrato nell’ultima settimana di febbraio, a 0,1.

Cristina Gauri

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