Riccardo Ricciardi attacca Giancarlo Giorgetti: “Accuse a Conte sì e alla Lombardia no? Faccia pace con se stesso”
A Riccardo Ricciardi non è bastato creare il caos in Aula, il grillino, all’indomani delle accuse alla sanità lombarda, ha rincarato la dose: “Accusare Conte di alto tradimento si può, attaccare la giunta regionale lombarda è minare la pace istituzionale”. Un riferimento, questo, al braccio destro di Matteo Salvini che ha liquidato la questione con inizialmente con un semplice ‘qui finisce male’, per poi ribadire in alcune interviste la sua rabbia: “Giancarlo Giorgetti si metta d’accordo anche con se stesso. L’unità nazionale si fa collaborando lealmente in Parlamento con il rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione, quando si legge un emendamento, che sia di maggioranza o di opposizione, se l’emendamento è buono si tradurrà in legge, questo è un clima di collaborazione e di pace istituzionale nella differenza e nel rispetto dei ruoli di chi rappresenta la maggioranza o l’opposizione, ma non sulle idee perché le idee non hanno paternità”.
Peccato però che Ricciardi, durante l’intervento a SkyTg24, abbia dimenticato di dire che, fino ad ora, è stato Giuseppe Conte a rifiutare le proposte delle opposizioni, arrivando addirittura a essere etichettato come “un uomo solo al comando”. Non solo perché in molti hanno visto in Ricciardi un tentativo di distogliere l’attenzione dai veri flop del governo nella gestione dell’emergenza coronavirus e, ancor peggio, un modo per mettere in disparte Lega, FdI e Fi.
“Questo clima di collaborazione è nato ieri – ha continuato -, perché fino a tre o quattro giorni fa il clima di collaborazione non mi sembrava molto avviato. Dare del dittatore a Conte e appellarsi come nuova resistenza antifascista, questo ha fatto la Lega contro Conte. La Meloni e Salvini poco più di un mese fa hanno detto che Conte era un alto traditore per il discorso del Mes e in Europa si sono astenuti sul voto del Recovery Fund. Se vogliamo creare un clima di collaborazione benissimo, però cominciamo a dimostrarlo”. Da che pulpito.