Sfiducia Bonafede, Matteo Renzi mette le mani sui servizi segreti? Il retroscena: la vera posta in palio
Il premier Giuseppe Conte è arrivato al voto sulla sfiducia per Alfonso Bonafede rinfrancato. Convinto di aver salvato il Guardasigilli, ma anche di aver risolto il rischio di crisi per il governo, rispondendo sì alla lista di richieste presentate da Matteo Renzi, che sembra aver ottenuto le garanzie necessarie per andare avanti, grazie anche a Maria Elena Boschi protagonista della trattativa tra il premier e Italia Viva. L’ex ministro delle Riforme è andata a Palazzo Chigi per chiarire pesi, misure e rapporti nella maggioranza. L’ipotesi di un probabile rimpasto a stretto giro nell’esecutivo potrebbe aver alleggerito la tensione, scrive Repubblica. Di sicuro, il pallottoliere di Palazzo Madama ha respinto la sfiducia contro Boafede: il governo regge. Ma cosa ottiene in cambio IV?
Al Senato lo stesso Renzi ha tenuto un discorso centrato su garantismo e giustizialismo, spiegando di condividere i principi delle mozioni di sfiducia ma di non votarle per ragioni politiche (quali? Poltrone? Nomine?). Il punto è che le indiscrezioni dicono che quelli di Italia viva ambiscono invece alla poltrona di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Segreti, un vecchio pallino proprio di Renzi, e avrebbero proposto Ettore Rosato e solo a questa condizione avrebbero dato via all’idea di “salvare” Bonafede. Certo, poi in aula lo stesso Renzi ha anche dichiarato che, “non vogliamo poltrone, ma lo sblocco delle infrastrutture e la lotta alla disoccupazione”. Ma ora staremo a vedere: Renzi ha davvero ottenuto in cambio di Bonafede i servizi segreti?