Care compagne e cari compagni, la destra deve piacere a noi e non a voi
Care compagne e cari compagni, avete sbagliato indirizzo, a proposito di destra che vi deve piacere. Siccome siete voi a non starci più con la testa, perché vi siete allontanati anni luce dal vostro popolo, dalla realtà della vita quotidiana, cercate di usare il fermento, la visione, il coraggio e la libertà di pensiero che ancora hanno cittadinanza nella destra, per cercare di dividerla .
L’ultimo giochino della serie “‘ndo cojo cojo” è rappresentato dal caso di Silvia Romano. È capitato in maniera particolare a me, Crosetto e Rampelli di salire sugli altari di una sinistra che ha pensato di usarci come palle da Bowling (vista la stazza) contro i “sovranisti cattivi e beceri”.
Persino Vauro, uno di quelli che sopportiamo di meno per vignette spesso indigeribili, pur dandomi del fascista da anni in televisione – non poteva farne a meno e certo non mi ci metto a piangere – ha esaltato in maniera anche imbarazzante la mia presa di posizione sulla difesa della vita e non certo di un governo esibizionista è tragicomico.
La destra deve piacere a noi
Il tentativo è chiaro, conosciuto, già visto: dividere la destra buona da quella cattiva. Ci ha provato pure quella sottospecie di intellettuale che si chiama Filippo Rossi – uno Scanzi un po’ più sfigato anche se ha certamente letto qualche libro in più – attribuendo la prima a Crosetto e la seconda ai cattivi, quelli che albergano nelle fogne del populismo, immagino la Meloni in testa. Fanno finta di non ricordare che è stato proprio Crosetto l’antesignano delle posizioni critiche su MES è Fiscal Compact, nel 2012! (E un movimento che si chiamava La Destra sfilava con ventimila persone a Roma dietro una striscione intitolato alla sovranità monetaria). Stessa sorte è toccata a Rampelli, che si è trovato ad essere elogiato da chi lo avrebbe volentieri fatto fuori quando ha tolto di mezzo la bandiera della Ue dal suo ufficio a Montecitorio.
Cari compagni e care compagne, siamo sempre quelli e potete tornare ad insultarci appassionatamente. Perché non cambiamo idea e inseguiamo la destra che piace a noi e non quella che piace a voi. Anni fa ci provò pure Ignazio Marino con Giorgia Meloni: ma gli andò male. Sono mosse infantili, le vostre.
La destra italiana oggi è rappresentata da un grande partito popolare come Fratelli d’Italia, nel quale, vi informiamo, che è consentito manifestare e scrivere le proprie idee, anche quando fossero diverse da quelle della Meloni o di Crosetto o di La Russa, per citare i fondatori.
Anche perché mi pare un passo un po’ azzardato trovarmi ad essere definito un giorno leader di una destra sociale un po’ muscolare e il giorno dopo quasi a capo di una destra buona. La nostra, più semplicemente, è destra di valori che non mutano mai. A partire dalla sacralità della vita. Sempre.
Le patenti non le dispensate voi
Le patenti non le dispensate voi, né la neosardina in cerca di collocazione politica, eloquentemente effigiato da chi a Viterbo lo conosce bene quanto a salti della quaglia, come il sito EtruriaNews. Ma davvero sarà il dottor Rossi a decidere in quale destra debba militare Crosetto? Ma per favore…
Questi, scusa Guido, hanno già dimenticato pure la storia del Msi e dei suoi tanti affluenti che arrivavano al grande mare di un’idea unica e inimitabile, figuriamoci quella di FDi. Semplicemente, non sentirete mai una parola a sinistra a difesa del diritto alla vita (aborto docet): usano Silvia Romano perché ormai si sentono musulmani inconsapevoli.
A destra tutti contestiamo la pessima figura del governo Conte per l’esibizione di Ciampino. E senza ipocrisia sappiamo, immaginiamo, dubitiamo che i riscatti oltreconfine si siano sempre pagati per non subire attentati in casa nostra. Anime belle. Il problema non è chi è sequestrato. Ma gli Stati. Italia compresa.
Se cercate una distinzione, ve la offriamo noi. Noi, dell’Italia che ama la vita; voi, che odiate il nemico che vince in Patria. Perché di quello oltreconfine avete paura e non osate affrontarlo come meriterebbe.