Arrestato procuratore capo Capristo: corruzione in atti giudiziari
Tutti sono stati posti agli arresti domiciliari. Oltre a Capristo, come riportato dal Corriere, anche l’ispettore Michele Scivittaro, in servizio presso la Procura tarantina, e gli imprenditori pugliesi Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo.
L’accusa
Secondo l’accusa i cinque, in concorso, avrebbero cercato di indurre un sostituto procuratore di Trani a procedere in sede penale contro una persona che i tre imprenditori avevano denunciato per usura a loro danno, senza che ne ricorressero i presupposti. L’obiettivo è però fallito a causa dell’opposizione del magistrato che ne denunciò il fatto. I cinque sono stati posti agli arresti domiciliari dal nucleo di polizia economica-finanziaria di Potenza, dall’aliquota di pg delle fiamme gialle e dalla squadra mobile di Potenza. Il gip del tribunale di Potenza ha emesso il provvedimento cautelare. Come spiegato dal procuratore di Potenza Francesco Curcio, l’obiettivo era quello di “ottenere indebitamente i vantaggi economici e i benefici di legge conseguenti allo status di soggetti usurati”.
Per l’accusa, tutti i cinque indagati, compreso Capristo, “compivano atti idonei diretti in modo non equivoco ad indurre un giovane sostituto procuratore della Repubblica in servizio nella Procura di Trani a perseguire in sede penale, senza che ne ricorressero i presupposti di fatto e diritto, la persona” che era stata denunciata per usura in modo infondato. Inizialmente, la Procura di Trani aveva archiviato l’inchiesta, ma in seguito, la Procura generale di Bari le ha tolto l’incarico trasmettendo il fascicolo per competenza funzionale alla Procura di Potenza.
Un anno di indagini
A quel punto, circa un anno fa, sono state avviate le indagini che hanno poi portato oggi alle misure cautelari nei confronti dei cinque soggetti. Sono state inoltre avviate perquisizioni sia nelle abitazioni che nei luoghi di lavoro degli indagati, oltre che di un altro magistrato, il Procuratore della Repubblica di Trani, Antonino Di Maio, indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale. Capristo e Scivittaro sono anche “gravemente indiziati di truffa ai danni dello Stato e falso”. Sembra infatti che l’ispettore risultasse presente in ufficio e percepisse gli straordinari pur non essendoci. Era invece a casa a svolgere lavori per il Procuratore, che controfirmava le presenza del poliziotto e i suoi straordinari.
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