Virus, c’è anche l’italiana Irbm nella ricerca del vaccino: dosi possibili già a settembre
C’è anche l’Italia nella ricerca del vaccino per contrastare il coronavirus e restituire finalmente tranquillità alla popolazione mondiale. Una notizia non solo appagante per il nostro malconcio orgoglio nazionale, ma anche piena di risvolti pratici dal momento. Consente, infatti, al nostro Paese di assicurarsi un adeguato accesso al possibile “scudo” contro il Covid-19. La società è la Irbm. Il suo amministratore delegato e presidente Piero Di Lorenzo spiega: «Ci stiamo rapportando con le autorità italiane, fornendo tutte le informazioni utili e tutta la collaborazione necessaria per tutelare i diritti dei cittadini».
L’ad Di Lorenzo: «Collaboriamo con l’Università di Oxford»
Attraverso la divisione vaccini Advent Srl, la Irbm, con base a Pomezia, collabora con il britannico Jenner Institute dell’Università di Oxford. «Lo sviluppo del prodotto – spiega Di Lorenzo – ad oggi è molto positivo. Anche le tempistiche hanno preso un’accelerazione incredibile e ci sono buone possibilità». Il mese decisivo potrà essere settembre. «Se il candidato vaccino diventerà un vaccino e lo sapremo alla fine di quel mese», assicura l’imprenditore. Dovesse realmente accadere, la speranza è «di essere già pronti per quella data con un numero consistente di dosi». Il resto, cioè la loro divisione e la loro distribuzione, spiega ancora Di Lorenzo, «attiene agli accordi fra governi».
A fine maggio step decisivo per il vaccino
Ammontano a ben 510 i volontari sani vaccinati il 23 aprile scorso. Da allora provvede l’equipe di ricerca di Oxford a monitorarli costantemente. Allo stato non presentano problemi di salute. «Se continueranno a stare bene – è il timing annunciato da Di Lorenzo -, a fine maggio si passerà alla fase finale della sperimentazione». Questa vedrà impegnati semila volontari arruolati, di cui una metà riceverà il candidato vaccino e un’altra un placebo». Nel frattempo, e in corso anche una costante e doverosa attività d’informazione con il ministero competente. «Stiamo dando tutta la collaborazione possibile – conclude il presidente di Irbm – affinché il governo possa muoversi nel modo più proficuo possibile».